Da oggi, 15 febbraio, scatta l’obbligo del super green pass per i lavoratori del pubblico e privato che hanno almeno 50 anni o li compie entro il 15 giugno. Il certificato verde – derivante dal vaccino o dalla guarigione – sarà obbligatorio per entrare in sede. Stop dunque da oggi, al green pass base, ottenuto tramite i tamponi, che resta valido solo per i lavoratori under 50.
I lavoratori di almeno 50 anni sono 8,8 milioni. Chi è occupato nella sanità, nella scuola e nel comparto sicurezza, era già obbligato al vaccino anti-Covid per poter lavorare. Il decreto entrato in vigore l’8 gennaio, che ha introdotto l’obbligo del vaccino per gli over 50, ha sortito qualche effetto riporta il Sole24Ore: nella fascia di età fra 50 e 59 anni gli italiani non vaccinati erano circa un milione all’inizio dell’anno e oggi sono 681mila.
I controlli delle aziende con Greenpass50+
Le aziende potranno effettuare le verifiche, come fatto finora con il green pass base, tramite il sistema Greenpass50+ messo a disposizione dall’Inps (sono 9.381 quelle con oltre 50 dipendenti che lo usano), con la App Verifica C-19, tramite controlli ai tornelli, o facendosi consegnare il green pass dai lavoratori. Chi è esentato dal vaccino per motivi di salute potrà essere controllato con gli stessi strumenti usati per gli altri lavoratori, perché dal 7 febbraio la certificazione di esenzione è digitalizzata, ed è collegata a un Qr code, come il green pass.
Le conseguenze per chi non è in regola
In linea con il mancato possesso del green pass base, richiesto nei luoghi di lavoro dal 15 ottobre 2021, gli ultracinquantenni che non potranno esibire il green pass rafforzato saranno considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto a conservare il posto di lavoro, fino al 15 giugno 2022. Ma non avranno la retribuzione. Potranno essere sostituiti con il ricorso a contratti a termine della durata di 10 giorni, rinnovabili più volte.