Ciò che è “drammatico – sottolineano gli specialisti – è l’impossibilità di ricoverare tanti pazienti non Covid“.
“Si stanno convertendo reparti normali in reparti Covid a volte e per forza di cose anche per pochi pazienti, e questo taglia il numero dei posti letto disponibili per altre patologie”, prosegue Susi, Direttore del Reparto d’urgenza a Civitavecchia-Bracciano.
Una “battaglia” con un esercito inadeguato
Una situazione che mette sotto pressione i medici che “sono stanchi, affaticati e vivono una quotidianità deprimente che giorno dopo giorno diventa sempre più insostenibile”. La realtà del Covid, denuncia Simeu “pone di fronte alle debolezze del sistema” e “si sta partendo per combattere l’ennesima battaglia senza un adeguato esercito e senza le giuste armi”. A distanza di meno di un mese dalla manifestazione organizzata a Roma lo scorso 17 novembre organizzata da Simeu a difesa dei Pronto Soccorso, del servizio di emergenza urgenza e del 118, il sistema “sta crollando: cosa deve ancora succedere perché se ne renda conto chi potrebbe intervenire con provvedimenti urgenti e straordinari?”.
Un appello più che urgente
“Bisogna accordarsi con il ministero dell’Università e della Ricerca – afferma il presidente Simeu Salvatore Manca – affinché gli ospedali diventino luogo di formazione e gli specializzandi vengano mandati e integrati nei servizi ospedalieri da subito, se questo non accadrà i Pronto Soccorso rischiano veramente di chiudere e questo sarebbe un danno gravissimo alla comunità”. Per questo occorre una programmazione. Intanto, però, è l’appello, “bisogna fare qualcosa subito. Anche i cittadini devono aiutare medici ed infermieri a reggere l’urto, a resistere o la quarta ondata rischia di essere lo scossone definitivo”.