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Perchè l’arte e la bellezza sono l’antidoto alla depressione

Una ricerca del Phenomena Journal ha dimostrato come anche i malati oncologici possono trarre benefici da ogni forma di arte

Dati sperimentali e clinici evidenziano come in molti casi, le emozioni negative, i traumi, le situazioni avverse, soprattutto quando permangono a lungo, siano in grado di sregolare il sistema di controllo dello stress con ripercussioni su tutto l’organismo. Così su Phenomena Journal negli scorsi giorni è stato pubblicato l’articolo scientifico riguardo una ricerca, fatta in provincia di Siena, che evidenzia come la cultura e la bellezza influiscano nella diminuzione dello stress.

Come può aiutare l’arte

L’arte e la cultura, considerate solo intrattenimento, da frequentare solo avendo tempo, sono in realtà portatori di salute e benessere e in grado di migliorare lo stato generale dell’organismo. Durante visite ai Musei, visione di film idonei, ascolto di musica, i dati di cortisolo possono diminuire anche del 50-60% e le neuroscienze ci aiutano a comprendere cosa accade in ambito cerebrale quando fruiamo delle arti per poter costruire percorsi di benessere. Sappiamo che Dostoevskij, il grande scrittore russo che ha indicato la bellezza come via maestra per salvare il mondo, si recasse, dopo la morte del figlioletto, a visitare la Madonna Sistina di Raffaello, di cui nel 2020 si festeggiano i 500 anni dalla morte, e stesse ore seduto davanti al quadro, ritrovando una serenità interiore altrimenti difficile da raggiungere, e per osservare il quadro ogni giorno se ne fece realizzare una copia. Sono molti gli artisti, registi, musicisti, cantanti, attori, che pur essendo ipovedenti, ipoudenti, portatori di malattie di vario tipo, hanno percorso la strada della cura anche attraverso l’arte. E senza andare troppo lontano, proprio pochi giorni fa, abbiamo sentito in una delle ultime interviste fatte a Ezio Bosso, un grande musicista che non riusciva neppure ad allacciarsi le scarpe a causa di una grave malattia neurovegetativa, grande talento che suonava come un angelo, sostenere che in tempi di negatività, occorre spalancare le finestre e ascoltare la musica a tutto volume. É ampiamente comprovato che chi respira arte, fa un gran dono anche alla propria salute. Le arti non solo a livello psico-fisico portano benessere ma anche a livello sociale. E in tempi di Coronavirus perché non ripartire da qui e inondare la rete di bellezza, anziché di odio e insulti? Ci hanno provato musicisti e artisti della Corea del Sud con la K-Pop, dimostrando che ci si può esprimere anche e soprattutto attraverso la bellezza. A Siena l’Accademia Chigiana ha persino diffuso sulla rete l’Inno di Mameli, eseguito da 108 musicisti per una esecuzione corale e orchestrale dell’Inno d’Italia, ricevendo il plauso del Presidente della Repubblica Mattarella.

Anche i malati oncologici possono trarre benefici dall’arte

Negli anni 2012-2013 l’Associazione Valdelsa donna, in collaborazione con il reparto oncologico dell’Ospedale Campostaggia della USL Toscana Sud-Est diretto da Angelo Martignetti, si è fatta promotrice di una ricerca per offrire “Vita agli anni” dei malati oncologici, e fornire un sostegno ai loro familiari in momenti di particolare stress psico-fisico. Paola Dei, psicologa, critico teatrale e cinematografico, presidente del Centro Studi di Psicologia dell’Arte e Psicoterapie Espressive ha portato avanti la ricerca che ha permesso, attraverso il Metodo Psycofilm, da lei elaborato e accolto favorevolmente dalla Comunità Scientifica, di dimostrare quanto la cultura e le arti, siano portatrici di benessere, e in grado di diminuire i livelli di stress attivando gli ormoni del benessere e le emozioni positive, diverse dal pensiero positivo di stampo new age.

I dati della ricerca del Phenomena Journal

I dati della sperimentazione sono stati pubblicati lo scorso 4 giugno sulla rivista scientifica internazionale Phenomena Journal, che si occupa di Psicopatologia, Neuroscienze e Psicoterapia. La sperimentazione effettuata su un campione statistico, composto da malati oncologici e loro familiari, ha permesso nell’arco di nove mesi di rilevare le trasformazioni avvenute e la diminuzione dello stress. Sono stati utilizzati film, scelti ponderatamente per il contesto dove venivano proposti, utilizzando un approccio estetico-sperimentale, ed è stata evidenziata l’importanza del lavoro attraverso il cinema e la sua efficacia per trasformare emozioni negative e migliorare le relazioni inter e intra familiari, diminuendo i livelli dell’ormone dello stress (cortisolo), grande nemico della nostra salute. Un elemento in grado di aprire la strada non solo a depressione, aumento di peso, malessere psicologico, ma anche alla pressione arteriosa, e ad alterazioni del livello del colesterolo.

 

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