I casi di reflusso sono aumentati del 15% dopo il lockdown a causa dello stress, dell’uso improprio dei farmaci e della dieta sbagliata
Cos’è il reflusso gastroesofageo?
La malattia da reflusso gastroesofageo si ha quando i succhi gastrici, venendo in contatto con la parete dell’esofago, provocano bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. Questo passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente soprattutto dopo mangiato. Sono diversi i fattori che causano questa malattia, come quelli alimentari, anatomici, funzionali, ormonali e farmacologici.
Quali sono i sintomi?
I sintomi “tipici” sono bruciore retrosternale, ossia dietro il petto, e rigurgito acido in bocca. Se il disturbo diventa quotidiano, può influire sulla qualità di vita. Mentre se il bruciore è occasionale può solitamente essere gestito con alcuni accorgimenti nello stile di vita, e trattato con farmaci da banco. La Malattia da Reflusso Gastroesofageo nel 30-35% dei casi si complica con erosioni a livello dell’esofago, ulcere o restringimenti (3-5%), mentre nella maggior parte dei casi non determina lesioni.
Le gastrite causate dall’isolamento
Durante il periodo del lockdown abbiamo vissuto da reclusi per mesi e questa situazione anomala ha portato innanzitutto ha un aumento dello stress, a una maggiore sedentarietà e a una rivoluzione in negativo nell’alimentazione. I diversi studi, europei e asiatici, sull’impatto del lockdown, hanno dimostrato che in questi mesi si è innescata una spirale di ansietà, senso di solitudine, insonnia. Questo crescendo emotivo negativo ha prodotto tanta tensione e, come si sa, lo stress è direttamente correlato alla produzione di acido cloridrico e inoltre diminuisce anche la produzione di muco e prostaglandine, che sono fattori protettivi intragastrici.
Inoltre, grave impatto sulla salute intestinale ha avuto la corsa ad accaparrarsi generi di prima necessità superiori al fabbisogno reale, durante l’isolamento. Tutto questo ha rivoluzionato il nostro normale regime alimentare. Alcuni sono arrivati addirittura a raddoppiare il consumo di carboidrati e, persino, di alcolici. Si è poi aggiunto lo smartworking: un continuo smangiucchiare per tutta la giornata.
I cibi e le bevande proibite
Cioccolato, alcol e caffè sono proibiti per chi soffre di reflusso. A questi vanno aggiunte le bevande gasate e soprattutto la birra, erroneamente considerata come alcol “ minore”, che viene di solito consumata in quantità tali da creare fastidi allo stomaco, in quanto sviluppa molta aria.
Quali i rimedi?
La terapia iniziale si basa su un’adeguata educazione alimentare e su uno stile di vita, che mirino a ridurre il peso corporeo, in particolare la circonferenza addominale, evitando il fumo e gli alimenti che potrebbero peggiorare l’acidità.
Bisogna evitare di coricarsi subito dopo i pasti, soprattutto quando pesanti o abbondanti, e consumare la sera pasti leggeri.
Se i disturbi permangono nonostante le correzioni alimentari, il medico prescrive i farmaci.