Ecco come il lockdown ha cambiato il sonno degli italiani

Logo Interris - Ecco come il lockdown ha cambiato il sonno degli italiani

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Ecco come il lockdown ha cambiato il sonno degli italiani

Il sonno e dormire bene, sono elementi molto importanti per la nostra salute. Il nostro riposo notturno, però, con l’avvento del lockdown e della pandemia da coronavirus ha subito delle alterazioni. E’ quanto è emerso da uno studio dell’Università di Parma e pubblicato su “Frontiers in Psychology”. Lo studio, coordinato dal professor Christian Franceschini, docente di Teorie e tecniche di psicologia clinica, ha coinvolto oltre 6mila persone tra i 18 e gli 82 anni. E’ emerso che si va a letto e ci si sveglia prima o più tardi rispetto al solito, e si dorme di più durante il giorno, soprattutto se si è più stressati e ansiosi.

Lo studio

Più della metà (55.32%) di coloro che hanno completato dei questionari appositi ha evidenziato una ridotta qualità del sonno e una consistente modifica nelle abitudini dovuta all’introduzione della quarantena, che ha spostato i normali orari del ciclo sonno-veglia.

Questi cambiamenti sembrano procedere di pari passo ai livelli più alti di stress, ansia e depressione. La relazione è però bidirezionale: le restrizioni introdotte hanno aumentato i livelli di stress, con un impatto negativo sulla qualità del sonno. L’interruzione del normale ritmo sonno-veglia e il conseguente sonno disturbato hanno contribuito a loro volta a un peggioramento del benessere mentale.

I disturbi

Le donne sono risultate più esposte a problemi di sonno rispetto agli uomini. Circa un terzo di coloro che hanno completato l’indagine, poi, ha mostrato livelli di depressione, ansia e stress da moderati a severi, risultati che secondo i ricercatori “evidenziano un profondo impatto del lockdown sulla salute mentale della popolazione italiana e che suggeriscono come, accanto alle misure di sostegno economico, sia importante rafforzare gli interventi di sostegno psicologico disponibili sul territorio”. I risultati dello studio testimoniano anche che la resilienza psicologica può mitigare l’impatto psicologico del lockdown.

Manuela Petrini: