Da oggi 24 dicembre, vigilia di Natale, l’Italia è “zona rossa”: entra cioè in quei giorni con le misure più restrittive tra quelle decise dal governo con il decreto legge del 18 dicembre, che comunque permettono grazie ad alcune deroghe una certa libertà di movimento.
Meno però dei giorni di “zona arancione” nazionale, che saranno i primi tre della prossima settimana (28-29-30 dicembre) e poi il lunedì successivo, 4 gennaio. Le restrizioni e le regole per contenere i contagi da coronavirus nel periodo delle feste di Natale e Capodanno saranno valide dal 24 dicembre al 6 gennaio, e sono il risultato di una sovrapposizione di DPCM e decreti legge, cosa che ha provocato una certa diffusa confusione.
Cosa fare e cosa no
La differenza principale fra i giorni in cui l’Italia è in zona rossa rispetto a quelli in cui è in zona arancione – riassume il Dpcm il Post – è che nel primo caso sono vietati tutti gli spostamenti, sia dentro che fuori dal proprio comune. Tranne quelli per lavoro, salute o necessità, e tranne per quelli giustificati dalla “deroga sulle visite”, quindi per andare in un’altra casa, rispettando alcuni limiti. In tutti questi casi è necessaria l’autocertificazione. Nei giorni arancioni ci si potrà invece spostare liberamente all’interno del proprio comune.
Deroga sulle visite
La “deroga sulle visite” prevede che ci si possa spostare una volta al giorno, dalle 5 alle 22, per fare una visita a una sola casa (di chiunque, amici o parenti) che si deve trovare nella propria regione. Questa deroga vale sia nei giorni rossi sia in quelli arancioni.
In questo spostamento si può essere al massimo in due, eventualmente accompagnati da minori di 14 anni, persone disabili o non autosufficienti senza restrizioni di numero.
Coprifuoco
Anche nelle giornate rosse restano poi in vigore le regole generali come il coprifuoco dalle 22 alle 5, che nella mattina di Capodanno è esteso fino alle 7 di mattina. Non ci si può spostare tra regioni, se non per motivi di lavoro, salute, necessità, ma si può sempre – quindi anche spostandosi tra regioni – rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Quest’ultima è considerata il posto in cui si vive “con una certa continuità e stabilità”: quindi le persone che vivono abitualmente nella stessa casa possono ricongiungersi.
Negozi, sport, bar, seconde case e celebrazioni liturgiche
Andare nei negozi è una giustificazione valida per spostarsi: rimarranno aperti quelli che vendono beni alimentari e di prima necessità, i supermercati, le farmacie e le parafarmacie, le edicole, le tabaccherie, le lavanderie, i barbieri e i parrucchieri.
È inoltre sempre consentito raggiungere le seconde case se si trovano nella propria regione, ma a un solo nucleo familiare, e solo dalle 5 alle 22.
Si può sempre fare attività sportiva e motoria, individuale, all’aperto e rispettando le distanze.
Le messe saranno celebrate. Bar e ristoranti sono chiusi per il consumo sul posto, ma possono effettuare servizio d’asporto, sempre consentito fino alle 22, mentre le consegne a domicilio non hanno limiti di orario.