“In termini assoluti, anche se si tratta al netto di alcuni sequestri eccezionali di circa 18.000 compresse e di poco più di kg 100 di stupefacente, occorre evidenziare che la diffusione di preparati sintetici, sia stimolanti che depressori del Sistema Nervoso Centrale, cresce, soprattutto tra i più giovani. Ciò grazie alle potenzialità della ‘rete’ sempre più frequentemente utilizzata per procurarsi le sostanze d’abuso prodotte in laboratorio. Così come i medicinali contraffatti o sviati da circuiti legali”.
E’ quanto si legge nella Relazione Annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa) del ministero degli Interni, presentata oggi in una conferenza stampa a Roma.
“La minaccia, nonostante un progressivo coinvolgimento delle organizzazioni criminali, attratte dalla costante espansione della domanda e dei conseguenti profitti, non è ancora ai livelli delle altre sostanze – prosegue l’analisi -. Ma è ipotizzabile che, già nei prossimi anni, il dispositivo di contrasto debba accrescere la propria capacità di intervento nel territorio virtuale e misurarsi con le sue insidiose modalità di implementazione della domanda. Cioè piazze di spaccio digitali, ordini telematici e transazioni via web che utilizzano, per recapitare lo stupefacente, il sempre più vorticoso sistema delle spedizioni postali tipiche dell’era dell‘e-commerce“.
La pandemia ha accelerato i processi
“Il Covid è stato un acceleratore di dinamiche già in atto – ha detto il direttore centrale della Dcsa Antonino Maggiore, generale di Corpo d’armata della Guardia di Finanza -, con il maggiore utilizzo del web per il traffico e lo spaccio e una serie di camuffamenti, come quelli da rider per la vendita al dettaglio”. “I traffici online stanno prendendo sempre più piede, anche con messaggistica criptata che viene distrutta dopo qualche secondo – ha detto ancora Maggiore rispondendo a una domanda -. Captare queste comunicazioni se non si hanno elementi indiziari precedenti è molto difficile”