L’11 settembre non ci ha lasciato solo il ricordo dei morti caduti dalle torri in fiamme, degli aerei dirottati e degli eroici pompieri che ci hanno rimesso la vita a terra. Dopo quasi vent’anni da quei fatti che hanno sconvolto l’America e il mondo intero, ci sono persone ancora affette dai postumi medici dell’attacco terroristico. Il newyorkese John Fael è un reduce di Ground Zero che oggi lotta contro il Covid.
Danni fisici cronici
“Le esalazioni tossiche dell’attacco furono sottovalutate”, ha spiegato in un’intervista a La Repubblica, il medico Roberto Lucchini che andò a New York a dirigere il programma di cura per i reduci del World Trade Center. I malati risalenti a quei fatti sono ad oggi almeno 50mila. Un numero impressionante, dovuto all’alzarsi delle polveri tossiche che portarono con sé tanti elementi nocivi. Un mix di diossine, cloruro di metile e non mancarono le radiazioni. Le polveri si sparsero per il quartiere arrivando a intossicare mezzo milione di abitanti, 70-80mila soccorritori, operai edili. Tutte persone che si trovarono lì sia nel momento del crollo delle Torri che successivamente. “ I danni abbiamo continuato a vederli a scoppio ritardato”, ricorda il medico. Tante patologie polmonari, tumori e leucemie furono le malattie più diffuse tra coloro che in qualche modo avevano partecipato alla ricostruzione del quartiere.
Stress post-traumatico
Ai danni fisici vanno aggiunti anche quelli psichici. Lo stress post traumatico, è stato uno dei postumi più rilevanti tra gli operatori che hanno assistito e aiutato i superstiti. Ad esempio le donne sono state quelle più colpite dalla sindrome da stress post traumatico (PTDS, in inglese), nelle settimane immediatamente successive all’attacco. Molte persone non volevano più uscire di casa. Altre si trovavano talmente vicino al World Trade Center per cui sono state quasi spazzate via dalle polveri, non stupiscono dunque le conseguenze fisiche e psicologiche.
Un eroe comune
Per ciò che riguarda la situazione odierna, Lucchini riferisce che le persone più colpite da Coronavirus a New York sono stati i reduci dell’attacco, proprio perché i più esposti all’esalazione delle polveri sottili. Queste hanno creato delle debolezze polmonari e cardiache che hanno permesso al Coronavirus di insediarsi più aggressivamente nei loro organismi. John Feal, un residente di New York all’epoca dei fatti, lavorò nel cantiere di Ground Zero. Da allora ha sviluppato danni fisici cronici e problemi psicologici, avendo visto morire diversi colleghi che hanno lavorato in quel cantiere insieme a lui. Il motto di John è “non mi spaventa nulla”, ma poi è arrivato il Covid.