Dopo l’aumento osservato durante la prima metà di marzo 2022, il numero di nuovi casi di Covid-19 a livello globale è diminuito per la seconda settimana consecutiva, con un calo del 16% durante la settimana dal 28 marzo al 3 aprile 2022 rispetto alla settimana precedente. Lo rileva l’ultimo aggiornamento settimanale pubblicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità – OMS (Weekly epidemiological update on Covid-19), che sottolinea come nelle sei regioni sono stati segnalati oltre 9 milioni di nuovi casi e tutte le regioni mostrano tendenze decrescenti.
Il numero di nuovi decessi settimanali per Covid, nello stesso arco di tempo, è stato di circa 26.000 e risulta diminuito drasticamente (-43%) rispetto alla settimana precedente, durante la quale era stato osservato un picco artificiale dei decessi dovuto a un riconteggio in alcune regioni. Da inizio pandemia al 3 aprile 2022, rileva l’agenzia delle Nazioni unite, sono stati segnalati poco più di 489 milioni di casi di contagio da Sars-Cov-2 e oltre 6 milioni di decessi a livello globale.
📊 #AGENAS e MeS @ScuolaSantAnna
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— Agenas (@Agenas_Salute) April 5, 2022
Agenas: “Occupazione reparti sale sol in Umbria”
Nelle ultime 24 ore, in Italia, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ da parte di pazienti con Covid-19 è ferma a livello giornaliero al 16% (un anno fa era al 43%) ma sale al 42% in Umbria e supera il 20% in altre 7 regioni: Calabria (34%), Basilicata (26%), Sicilia (27%), Marche (23%), Puglia (24%), Abruzzo (23%), Sardegna (21%). L’occupazione delle terapie intensive, invece, è stabile al 5% in Italia (un anno fa segnava il 41%) ma cala in 5 regioni Friuli Venezia Giulia (al 3%), Pa Trento (3%), Piemonte (4%), Sardegna (11%) e Sicilia (6%). Questi i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) del 5 aprile 2022.
Nel dettaglio, in base al monitoraggio quotidiano Agenas, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di area medica (o ‘non critica’) da parte di pazienti con Covid-19 cala in 6 regioni o province autonome: Emilia Romagna (13%), Lazio (18%), Marche (23%), Pa di Bolzano (10%), Pa Trento (al 11%) e Valle d’Aosta (15%), ma cresce in altrettante 6 regioni: Abruzzo (al 23%), Molise (16%), Puglia (24%), Sardegna (21%), Umbria (42%) e Veneto (10%). E’ stabile nelle restanti 9 regioni: Basilicata (26%), Calabria (al 34%), Campania (18%), Friuli Venezia Giulia (11%), Liguria (15%), Lombardia (11%), Piemonte (9%), Sicilia (27%), Toscana (18%).
Sempre a livello giornaliero, l’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 cala in 5 regioni: Friuli Venezia Giulia (3%), Pa Trento (3%), Piemonte (4%), Sardegna (11%) e Sicilia (6%). Cresce, invece, in Abruzzo (all’8%) e Emilia Romagna (4%). In Valle d’Aosta e Molise (0%) variazione non disponibile. La percentuale è stabile nelle restanti 12 regioni o province autonome: Basilicata (1%), Calabria (al 10%), Campania (6%), Lazio (8%), Liguria (4%), Lombardia (2%), Marche (4%), Pa Bolzano (al 4%), Puglia (8%), Toscana (8%), Umbria (3%) e Veneto (3%). Lo scrive Ansa.