Pechino ha dato il via oggi a test di massa per tre giorni consecutivi nel distretto centrale di Chaoyang, il più popoloso con 4 milioni di residenti, a causa di una situazione pandemica legata al Covid-19 definita “esplosiva” dalle autorità locali dopo l’emersione di un focolaio in un bar di Sanlitun, area della movida notturna, delle ambasciate e di numerosi centri commerciali.
I test a Pechino
Dalla scorsa settimana, almeno due distretti della città hanno chiuso alcune attività di intrattenimento: le autorità di Pechino hanno dichiarato che tutti i nuovi casi scoperti in città avevano visitato l’Heaven Supermarket Bar o erano in qualche ad esso modo collegati.
“Il recente focolaio è di natura fortemente esplosiva e di portata diffusa”, ha affermato Xu Hejian, portavoce del governo municipale in una conferenza stampa tenuta nel fine settimana. Finora sono stati denunciati oltre 160 casi e 6.000 contatti stretti legati al bar, riportando in uno stato di ansia la città che conta 23 milioni di residenti.
Shanghai verso la normalità
Intanto, sottolinea Ansa, la Cina ha registrato domenica 143 nuovi casi di Covid-19 trasmessi localmente, secondo gli aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale: 69 sono le infezioni confermate (tra cui 29 a Pechino, 27 nella Mongolia Interna e 11 a Shanghai) e 74 i portatori asintomatici rilevati in 10 differenti province o regioni, tra cui 26 a Shanghai, 22 a Beijing e 13 nella Mongolia Interna. Shanghai, impegnata in un difficile ritorno alla normalità dopo oltre due mesi di rigido lockdown [qui a testimonianza per InTerris.it di un italiano che vive lì da anni, ndr] ha tenuto nel weekend test di massa che hanno interessato 15 dei suoi 16 distretti, coinvolgendo ancora quasi tutti i 26 milioni di residenti.