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Addio al superticket, da oggi cambiano le regole

Misure valida per tutti, ecco come funzionerà per le visite specialistiche ed esami

“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1/o settembre. Il Superticket è abolito e nessuno lo pagherà più“. Lo scrive il ministro della Salute, Roberto Speranza su Facebook in cui posta un’immagine con una croce sull’impegnativa. Si tratta dei 10 euro che i pazienti pagano su ogni ricetta per prestazioni diagnostiche e specialistiche.

Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e…

Pubblicato da Roberto Speranza su Sabato 29 agosto 2020

Il superticket, la quota aggiuntiva di 10 euro sul ticket per le visite mediche specialistiche e gli esami clinici, è abolito da oggi 1 settembre.

La spesa sanitaria e il superticket

Per il ticket, ovvero la compartecipazione alla spesa sanitaria che è a carico degli assistiti, inclusa quella per farmaci, pronto soccorso o impegnative per visite ed esami medici, si spendono ogni anno quasi 3 miliardi di euro.
Solo una parte di questi riguarda il superticket, che era stato introdotto come ‘tassa provvisoria’ nel 2011, durante il periodo della Spending review.

L’abolizione, prevista nell’ultima manovra, è diventata legge il 23 dicembre con l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2020 da parte del parlamento e vale circa 165 milioni di euro nel 2020 e di 490 per gli anni successivi, tutte risorse extra Fondo Sanitario Nazionale.

“Ogni persona che non può curarsi è una sconfitta”

Con questa novità, si cancella, aveva detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, una “misura iniqua”. Questa ha pesato soprattutto su chi ha meno possibilità di curarsi a causa del basso reddito.  Secondo le stime sono circa 4 milioni di persone.

Molte, le regioni che in tutto o in parte, già lo avevano abolito: la prima a farlo era stata l’Emilia Romagna, nel luglio 2018, per redditi fino ai 100.000 euro lordi, l’ultima la Lombardia, dal primo marzo 2020.

La nuova misura uniformerà i vari provvedimenti regionali ed è valida per tutti i cittadini, a prescindere dal reddito.

Resta, invece, per chi non è esonerato in base al reddito, il costo del ticket in sé, variabile a seconda delle prestazioni sanitarie e pari a circa 30-35 euro.

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