Chissà quando si oltrepasserà definitivamente la linea di demarcazione tra l'oggi e il futuro, inteso come quello avveniristico mostrato nei film, o immaginato dalla fantasia di autori come Isaac Asimov. Perché se è vero che ogni futuro sarà anche un presente, è altrettanto vero che se l'immaginazione umana resta capace di concepire scenari futuristici talmente dettagliati da sembrare reali, si potrebbe perfino dire che ogni tempo è, a modo suo, “un tempo delle macchine”. Laddove, natuarlmente, “macchina” significa tecnologia intelligente, in grado di interagire con l'uomo pur restandone sotto il controllo. C'è tanta fantascienza, intesa come lo stimolo continuo in grado di solleticare la fantasia dell'intelligenza umana, alla base dell'I-Rim, l'Istituto di Robotica e Macchine intelligenti, l'associazione no profit che ha visto luce definitiva alla Camera di Commercio di Roma e che, fin da subito, si pone l'obiettivo di creare una delle più importanti reti di ricercatori a livello italiano, incentrata sulla promozione dello sviluppo e dell'uso delle cosiddette Tecnologie dell’Interazione per il benessere dei cittadini e della società.
L'I-Rim
Nella mission, una parte importante sarà avvicinare quanto più possibile il concetto di “macchina” al contesto della quotidianità, al quale arriva solitamente filtrato attraverso le caratteristiche volutamente esasperate dell'immaginario collettivo: “Il motto del nostro neonato istituto – ha spiegato il presidente Antonio Bicchi – è 'Diamo corpo all’Intelligenza Artificiale'. Le Tecnologie dell’InterAzione (Iat) si concentrano infatti su quegli aspetti della Intelligenza Artificiale che mettono l’accento sulle azioni fisiche scambiate col mondo per capirne e migliorarne il comportamento. Sono quindi complementari alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Ict), che si occupano principalmente di raccogliere, trasmettere e analizzare dati”. Leggendo fra le righe dei dettagli tecnici, l'intento della ricerca si concentra su obiettivi chiari e ben più prossimi alle esigenze concrete di quanto non si pensi: scopo primario sarà innanzitutto lavorare su tecnologie in grado di assistere e, in alcuni casi, migliorare la vita delle persone, a partire dalla realizzazione di apparecchiature capaci di fornire ausilio ad anziani e disabili o, più su larga scala, di incrementare le prestazioni produttive delle aziende, intervenendo con strumentazioni mirate ad elevare gli standard di sicurezza e di sostenibilità.
La tre giorni
In sostanza, una rete di ricercatori con l'obiettivo di concretizzare al massimo le inifinte opportunità offerte dalla robotica dei nostri tempi: “I-Rim – ha precisato la vicepresidente Cecilia Laschi- vuole fare leva sulla grandissima forza dell'industria manifatturiera italiana e sull'eccellenza della nostra ricerca nella robotica e nelle macchine intelligenti per affiancarsi e fare sinergia con le organizzazioni delle Ict e raggiungere i comuni obiettivi di progresso sociale ed economico dell’intera società”. Un concetto ribadito anche da Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma: “La robotica ha avuto negli ultimi due anni un ruolo importante nella nostra manifestazione Maker Faire… Il pubblico, a sua volta, ha avuto modo di interagire con i tantissimi set-up della robotica presenti all’interno dei padiglioni delle edizioni 2017 e 2018 divertendosi e, soprattutto, sperimentandosi nell’interazione. Maker Faire Rome sta diventando, sempre più, una piattaforma inclusiva, ma soprattutto un grande momento d’incontro tra mondo della ricerca, imprese e giovani (e meno giovani) innovatori”. Solo un'anticipazione comunque: l'Istituto verrà presentato in grande stile con una tre giorni alla Fiera di Roma, dal 18 al 20 ottobre. Settantadue ore in compagnia del futuro, declinato però alle esigenze del presente.