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In Lombardia il boom dell’app che invia la posizione ai soccorsi

E' scattato negli italiani il desiderio di sentirsi più sicuri quando escono di casa. La tecnologia oggi mette alla portata di tutti degli strumenti che consentono di avvisare i soccorsi in caso di emergenza e di trasmettergli la posizione precisa del chiamante, anche in una zona dove non c’è Internet. Questo dopo le polemiche legate alla difficoltà nelle ricerche del giovane escursionista francese Simon Gautier, trovato morto domenica scorsa dopo nove giorni, e al ritardo decennale del nostro paese nell’applicare una direttiva europea sulla geolocalizzazione delle chiamate di emergenza in assenza di rete. Dal 2020 l’Europa ne imporrà l’adozione, ma intanto qualche abitante della Penisola si affida alle applicazioni che trova sul mercato degli smartphone. Lo dimostra il boom di download dell’applicazione Where Are U in Lombardia. Solitamente di quest’anno se ne scaricano tra le 600 e le 800 versioni al giorno, ma tra il 18 e il 20 agosto ne sono state scaricate prima 1.511, poi 12.080, infine 18.966. Lo rende noto l’Agenzia regionale di emergenza urgenza della Lombardia, Areu, sul cui sito è possibile eseguire il download dell’app.

L’applicazione

In Italia non sono ancora arrivati Els e Aml, rispettivamente l’Emergency location service per Android e l’Advanced mobile location presente su iOS. Ma Where Are U “gira” su tutti gli smartphone con questi due sistemi operativi e anche a su quelli che usano Windows Phone, ha molte funzioni molto utili per farsi rintracciare dai soccorritori e funziona in Nord Italia e in Sicilia. L’app consente la chiamata alle Centrali uniche di risposta del Numero unico di emergenza europeo, il 112 e al momento della telefonata, Where Are U calcola le proprie coordinate tramite il Gps e la connessione dati dello smartphone. Oltre a mettere subito in contatto l’emittente con la Polizia, i Carabinieri, i Vigili del fuoco e gli operatori sanitari, trasmette la localizzazione grazie alla rete dati oppure tramite messaggio. Where Are U si può usare differentemente in base al tipo di pericolo, per esempio la se minaccia è una persona si attiva la chiamata muta oltre all’invio della posizione, e se abbiamo salvato dei numeri da avvisare in caso di emergenza li indica alla centrale che riceva la segnalazione. L’app è gratis e rispetterebbe la privacy perché la condivisione della posizione è in grado di attivarsi solo in casi emergenziali. I dati li gestisce l’Agenzia dell’emergenza lombarda. Attualmente l’applicazine funziona in Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, in provincia di Roma (prefisso 06), in provincia di Trento, Bolzano e in Sicilia.

Il ritardo italiano

Nonostante sia prevista da un decreto del Ministero dello Sviluppo economica dal 2009, in questi dieci anni l’Italia ha mai approntato un sistema di geolocalizzazione in grado di inviare via sms dallo smartphone di chi chiame in una situazione di difficoltà le coordinate della persona, dedotte dal Gps, anche in zone non coperte dalle rete Internet. Un altro errore commesso nel nostro paese lo spiega al Corriere della Sera Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società italiana sistema 118: “Per l’Europa in numero unico di emergenza 112 si deve affiancare ai numeri nazionali d’emergenza, non deve sostituirli. In Italia invece di farli viaggiare in parallelo, il numero unico ha preso il posto degli altri” ingolfando il “motore” del sistema e causando “tempi più lunghi, costi maggiori, soccorsi più lenti”.

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