E'stato costruito in Italia il primo robot 'soffice' che imita il comportamento dei viticci, arrotolandosi a spirale intorno a un supporto. Il robot – realizzato il Centro di Micro-BioRobotica dell'IIT-Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera (Pisa), guidati da Barbara Mazzolai – si comporta sfruttando lo stesso principio fisico che fa muovere l'acqua nei tessuti delle piante rampicanti: le radici, spiegano dall'IIT su Agui, crescono bilanciando la ricerca di nutrienti con la necessità di evitare ostacoli e sostanze dannose allungandosi e adattando continuamente la loro morfologia all'ambiente esterno. Il principio idraulico che permette il movimento dei viticci si chiama “osmosi” e si basa sulla presenza di piccole particelle presenti nel liquido (citosol) contenuto all'interno delle cellule della pianta. In questo lavoro, i ricercatori hanno studiato i meccanismi naturali che usano le piante per muoversi – l'osmosi appunto – e li hanno replicati in un robot soffice.
Il robot viticcio
Secondo quanto riferisce l'Istituto italiano di tecnologia, il corpo del viticcio artificiale è stato realizzato con un tubo flessibile di Pet (un comune polimero spesso usato anche per contenere alimenti), all'interno del quale è presente un liquido con ioni. Sfruttando una batteria da 1.3 Volt, gli ioni vengono attirati e immobilizzati sulla superficie di elettrodi flessibili alla base del viticcio, dando vita a un processo osmotico e causando il movimento del liquido stesso, da cui lo srotolamento del viticcio artificiale. Il robot soffice è stato creato partendo da un modello matematico, che ne ha determinato le dimensioni affinchè i movimenti guidati dall'osmosi non fossero troppo lenti.
Il robot ha quindi acquisito la forma di un piccolo viticcio, in grado di compiere movimenti reversibili – arrotolamento e srolotamento – come fanno anche le piante. L'arrotolamento si ottiene rimuovendo l'effetto della batteria, sfruttando il circuito elettrico in cui essa è inserita.
E' la prima volta che si mostra la possibilità di sfruttare l'osmosi per azionare movimenti reversibili. Il lavoro è stato descritto nella rivista Nature Communications, e in futuro potrebbe essere d'ispirazione per lo sviluppo di dispositivi indossabili, come tutori, in grado di cambiare forma. Mazzolai è stata tra le 25 donne geniali della robotica nel 2015 secondo RoboHub, ed è autrice del primo robot pianta al mondo, il Plantoide.