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Whatsapp, la vera storia del messaggio che ha allarmato milioni di utenti

“Stiamo aggiornando i termini e l’Informativa sulla privacy di WhatsApp. Per maggiori informazioni su queste modifiche, consulta questa pagina…”. Un nuovo aggiornamento del più famoso software di messaggistica obbligatorio, della serie “o tutto o niente”, relativo agli aspetti contrattuali ha allarmato tutto il mondo! Nella notifica si viene invitati a leggere i termini di utilizzo e l’informativa completa, all’interno delle impostazioni dell’app, alla voce “Sicurezza” del menu.

WhatsApp comunica all’utente finale di essere costantemente al lavoro per l’ottimizzazione del regolamento privacy volto ai propri utilizzatori, con le nuove regole che sono state inviate il 4 gennaio 2021 e che entreranno in vigore dal 8 febbraio 2021. Molti, sicuramente, avranno ricevuto la notifica durante l’apertura dell’applicazione e, magari, l’avranno accettata immediatamente, senza aver fatto caso al suo contenuto. Soprattutto perché l’app non lascia alternative: per poter continuare a utilizzare il sistema di messaggistica bisogna, per forza, accettare le nuove condizioni.

La comunicazione inviata agli utenti ha scatenato il panico, soprattutto sui social network. Motivo di agitazione sono state alcune modifiche, già discusse in passato, che riguardano le modalità di utilizzo e conservazione dei nostri dati personali, la loro integrazione e la loro condivisione con clienti del mondo business e con tutte le società facenti parte del gruppo Facebook. Questo perché, per l’appunto, WhatsApp e Facebook (così come Instagram) fanno capo allo stesso gruppo.

Qualcuno immagina già Mark Zuckerberg mentre sta leggendo le nostre conversazioni… Altri si immaginano il futuro bombardamento da parte di pubblicità mirate in base ai gruppi che frequentiamo e ai nostri interessi… Altri ancora si “limitano” a pensare che Facebook utilizzerà anche il nostro numero di telefono (già lo utilizza…).

Giusto per dovere di cronaca, e così come dichiarato da un portavoce di WhatsApp, le modifiche ai termini di utilizzo e all’informativa privacy, anche se siamo obbligati ad accettarli se vogliamo utilizzare l’app, NON riguarderanno gli utenti degli Stati dell’UE, perciò nessun italiano dovrà preoccuparsi, al momento…!

Questo grazie anche al nuovo regolamento europeo sulla privacy, chiamato anche GDPR. Per gli utilizzatori di WhatsApp risiedenti fuori dall’Ue, invece, la questione cambia: le informazioni condivise fra tutto il gruppo Facebook e i partners esterni si intensificheranno e tutte le informazioni personali verranno utilizzate per “Migliorare, personalizzare o commercializzare i servizi di WhatsApp, ma anche per offerte e prodotti di Facebook”. Un amico mi ha chiesto se ritengo sia il caso di cancellarsi da WhatsApp e utilizzare nuove applicazioni, tipo “Signal” o “Telegram”…

In effetti questo “caso mondiale” ha visto un incremento fuori misura di nuovi utenti su piattaforme alternative. Nonostante questo, però, WhatsApp è sempre rimasta l’app leader di mercato e le altre non sono mai veramente “decollate”…

Un po’ come quando ci siamo lamentati che Google raccoglieva (e raccoglie ancora tutt’oggi) una quantità assurda di dati mentre siamo sul Web con Chrome e poi, quando proviamo a utilizzare nuovi motori di ricerca, diciamo che, in effetti, Google è sempre il migliore!

Sicuramente non va preso sottogamba ciò che sta accadendo. E sono convinto del fatto che WhatsApp, dopo questa scelta commerciale, non perderà così tanti utenti, così come non li perderanno Facebook e Google, con tutti i grandi problemi che stanno passando. Da un po’ di tempo, infatti, vediamo azioni sempre più frequenti e “importanti” nei confronti dei colossi del Web…

Utilizziamo sempre di più la rete e siamo sempre più istruiti, “attenti” alle truffe, allo spam, al phishing e a tutti i nuovi fenomeni che possono arrecarci danni. Di certo, finché penseremo che solo Facebook o WhatsApp sono da condannare per mancanza di privacy e non pensiamo a ciò che succede quando utilizziamo la nostra carta fedeltà al supermercato, la nostra carta carburante, la Privacy non esisterà mai…

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