Di seguito riportiamo una lettera aperta a firma dell'onorevole Giorgio Trizzino, deputato del Movimento 5 stelle, indirizzata al presidente della Camera, l'on. Roberto Fico.
Al Presidente della Camera
On. Roberto Fico
Pregiatissimo Presidente,
mi rivolgo a Lei per manifestare il profondo senso di smarrimento avvertito nel corso della seduta serale del 27 novembre quando, in Aula a seguito di una palese provocazione di taluni deputati, si è scatenata un’improvvisa serie di atti di violenza che hanno coinvolto i presenti.
Parlo di ‘una palese provocazione’, perché è del tutto evidente l’uso strumentale che si è ritenuto fare di un argomento non pertinente con le votazioni in corso sul ‘decreto sisma’.
Uno spettacolo indecoroso che ha infranto ancora una volta l’onorabilità dell’Istituzione che ci ospita e di cui la nostra Camera dei Deputati è rappresentanza nel Paese.
Sono consapevole delle logiche ostruzionistiche che talvolta vengono adottate dalle forze di opposizione e comprendo anche la necessità di una dialettica forte che può animare il dibattito, ma non posso accettare episodi di violenza come quelli verificatisi durante la seduta di cui Lei stesso è stato testimone.
La ragione per la quale mi soffermo a scriverLe è rappresentata dal ricordo di quegli atti violenti ed il conseguente senso di smarrimento che si ripresenta alla mia memoria quando penso a quei giovani studenti ospiti in galleria, che hanno assistito inconsapevoli a tali scene indecorose.
Quale ricordo potranno conservare di noi deputati quando, in un futuro non troppo lontano, eserciteranno il loro diritto di voto?
La violenza non può essere mai e dico mai giustificata.
Eppure questa Aula ha espresso più volte la condanna unanime verso atteggiamenti violenti accaduti in qualunque momento e luogo nel contesto della società civile.
L’accadimento avvenuto, segna un profondo senso di sconforto, una sconfitta delle Istituzioni agli occhi dei cittadini.
L’aula di Montecitorio trasuda di storia, di valori, di onorabilità e di esempi fondamentali della nostra Repubblica.
Ancor prima di iniziare ogni giorno le nostre sedute d’aula, dovremmo fermarci e guardarci tutti negli occhi votando all’unanimità l’impegno, come valore fondante per le Istituzioni che rappresentiamo, di mantenere il rispetto reciproco durante i lavori che ci accingiamo a svolgere.
Mi permetto infine di ricordare, ai colleghi deputati, per il tramite della Sua persona, gli anni molto più complessi degli attuali, gli anni in cui si perdeva la vita in ragione della difesa di ideali di libertà e giustizia, gli anni in cui leader di schieramenti opposti come Almirante e Berlinguer, estranei e lontani dalla mia esperienza politica, facevano di questa Aula un luogo sacro, dove all’avversario e non al “nemico”, non si opponeva alcuna forma di violenza ma il totale rispetto.
Signor Presidente, la Sua conduzione dei lavori d’aula si è caratterizzata sin dall’inizio della legislatura per aver sapientemente conciliato fermezza ed esigenza di dar equamente voce a tutte le componenti parlamentari. Nelle occasioni in cui il dibattito o i suoi protagonisti hanno dato luogo ad ingiustificate degenerazioni Ella è intervenuto risolutamente spegnendo i focolai di pericoloso abuso della funzione. Proprio queste ripetute esperienze, che qualunque osservatore sereno non ha potuto non apprezzare, mi danno la certezza che queste mie parole troveranno in Lei il custode più autorevole ed il presidio più saldo del Decoro della Camera dei Deputati e, in ultima analisi, della Democrazia.
Signor Presidente, confido pertanto nella Sua autorevole capacità di intervento per scongiurare il ripetersi di simili incresciosi episodi e per restituire a quest’Aula la dignità che le appartiene. Personalmente contribuirò a questo risultato tenendo sempre comportamenti consoni alla dignità della funzione e deplorando pubblicamente quelli contrari.
Nel ringraziarLa colgo l’occasione per porgerLe i sensi della mia stima.
On. Giorgio Trizzino