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Il viaggio più importante a cui è chiamato l’essere umano

Foto di Matteo Paganelli su Unsplash

Il camminare rimane senz’altro una delle azioni più frequenti che l’essere umano compie quotidianamente. Tante sono le direzioni! Per il cristiano può essere e diventare un cammino soprattutto di fede, per continuare quella ricerca di Dio, per dare un senso vero alla nostra esistenza, per realizzarsi come persona. La vita di tutti i giorni, infatti, offre vari tipi di percorsi.

Oggi, poi sembra sia di moda, come leggiamo dai giornali e vediamo nei canali televisivi, la trasgressione: cioè quell’andare contro gli usi e i costumi, quel fare notizia, sempre, in qualsiasi modo, “aiutati” dai tanti influencer che hanno invaso il mondo complesso e semplice della comunicazione.

Si vuol cercare, o per lo meno provare a cambiare e mettere da parte le tradizioni e trasformare, se non addirittura annullare quei valori che da sempre fanno parte della vita; quel selezionare anche i nostri incontri, fare spesso delle distinzioni tra persone e persone: questo avviene indubbiamente in ogni settore della vita, nel lavoro, nella scuola e anche nella famiglia. Dicevamo che tante sono le strade che abbiamo di fronte. Spesso siamo chiamati a percorrerle, forse per non restare indietro coi tempi.

La nostra esistenza si trova “costretta” a camminare su strade che non sempre vanno a confluire con il nostro modo di agire e di pensare. Tante volte ci lasciamo facilmente convincere che la strada intrapresa sia quella giusta, o perché troppo abitudinari o perché non abbiamo il coraggio di affrontare un percorso nuovo. Abbiamo bisogno di sicurezze.

Alla fine tutto questo camminare dell’umanità risulta come un viaggio breve o lungo che sia.Esso rappresenta la vita dell’uomo sulla terra: attraversata dalle stazioni o fermate che s’incontrano giorno dopo giorno, ci permettono a volte di riflettere e di interrogarci sul nostro camminare, ci invitano anche a qualche sosta per decidere se scendere da quel treno o se salire su un altro convoglio o se addirittura cambiare stazione, per ritrovare o cercare di individuare la giusta direzione.

Il viaggio più importante cui è chiamato l’essere umano è senza dubbio quello della vita, da cui non può tirarsi indietro. Mai come in quest’epoca, così tecnologica e già da tempo lanciata verso l’intelligenza artificiale, il nostro viaggio e la nostra strada riguardano il cammino e l’importanza della vita, del nostro esserci non solamente perché esistiamo, ma soprattutto perché spetta a noi a volte decidere, e non è sempre facile, anche la vita degli altri. E’ allora che la nostra strada diventa davvero difficoltosa e impegnativa e il nostro viaggiare può diventare pieno di insidie.

Tanti e diversi sono i protagonisti che incontriamo nel nostro viaggiare e secondo un antico apologo arabo esistono tre tipi di viaggiatori: “C’è chi procede ‘con i piedi’: i suoi passi si impolverano su piste assolate, si inerpicano su erte scoscese, si riposano in valli oasi e locande. E’ il mercante, i cui percorsi sono retti da scopi ben precisi e il cui viaggiare è sempre e solo un transito: l’importante è arrivare per fare, non attraversare, conoscere, incontrare”. “C’è poi chi avanza per strade e città ‘con gli occhi’: costui vuole scoprire e sapere, sostare e conoscere, perdere lo sguardo nell’orizzonte luminoso di un panorama. E’ il sapiente per il quale l’importante è conoscere, arrivare non conta”. “Infine, c’è chi viaggia ‘col cuore’: egli non si accontenta di camminare, visitare, sapere, ma vuole vivere con gli uomini e con le donne delle regioni attraversate, ascoltarli, parlare con loro e mettere in luce la perla segreta di Dio che dappertutto si annida. E per costui l’importante è l’incontrare”.

Sarebbe bello e auspicabile che il nostro viaggio fosse sempre improntato a quello che ci dice e ci porta il cuore, ricordate il famoso libro del 1994 di Susanna Tamaro? Facciamo in modo che la nostra strada e il nostro camminare partano sempre dal cuore. Nel cuore di ognuno, infatti si può davvero trovare quel qualcosa che ci avvicina sempre di più all’infinito, a Dio, la vera meta del nostro viaggio.

Gualtiero Sabatini: