La fine del mese di aprile dà il via al conto alla rovescia verso la fine dell’anno scolastico. Più o meno 45 giorni per confermare ciò che di buono è stato fatto, per migliorare, per superare le difficoltà, per non essere respinti o trovarsi con il giudizio sospeso. Nel frattempo, c’è chi già pensa all’estate, alle vacanze, al tempo libero, ed anche questa è un’ottima prospettiva. Quest’ultima in alcuni casi è legata alla prima, soprattutto quando ci sono materie insufficienti e, più di una, mettendo a rischio i sogni di libertà estiva.
Attenzione a non dare la colpa agli insegnanti, poiché la responsabilità e l’impegno quotidiano nello studio dipendono da sé stessi! Quanto ci siamo dedicati nei mesi scorsi alle diverse discipline? Quanto abbiamo partecipato alla vita della classe? Quanto tempo dedicato ai libri e quanto alle distrazioni non necessarie? Certo, ci sono i prof. che non ci piacciono, quelli (pochissimi) che ci mettono sul naso, coloro che fanno studiare troppo, altri con i quali ci si è creati una “nomina” negativa senza spazio per il cambiamento…ma ci sono soprattutto i docenti appassionati, stimolanti, attenti! In ogni caso non serve scaricare gli insuccessi su altri, almeno non prima di avercela messa tutta.
E chi è bravo, studioso, costante, con buoni e ottimi voti? Potrebbe vivere di rendita e ormai allentare il ritmo, ma di solito non lo fa, dedicandosi al meglio come sempre e magari approfondendo. Tra questi “campioni” c’è chi si rende disponibile ad aiutare i compagni in difficoltà, sostenendoli nello studio quotidiano o su qualche argomento, meritandosi – se esistesse nella scuola – un premio produzione! In questi mesi il gioco di squadra, infatti, è fondamentale sia perché “mal comune mezzo gaudio”, sia per affrontare lo sprint finale incoraggiandosi a vicenda, oltre che per recuperare chi è rimasto indietro; è in queste circostanze che “la classe non è acqua”!
Per i maturandi, invece, qualche fatica in più e una prospettiva diversa per l’impegno e per il tempo; ormai per loro studiare ogni giorno equivale a studiare direttamente in vista degli esami, poiché ciò che imparano bene quotidianamente, sarà spendibile (al massimo con un ripasso) a giugno. L’idea che “tanto c’è ancora tempo”, spesso ripetuta come un mantra fino – ahimè – ad una settimana prima, è da scartare oltre che da irresponsabili! Sappiamo tutti che anche quest’anno è stato complicato dalla pandemia, ma non deve essere un alibi, anzi svolgere il proprio dovere di studenti, pur sottoposti a tale carico, è una risorsa non un limite e questo non può passare inosservato quando ci saranno gli scrutini. C’è da mettersi in cammino verso una chiara direzione, il ritornare sui propri passi se necessario, lasciarsi accompagnare da un guida affidabile o dentro una compagnia stimolante.