La nostra Costituzione, all’articolo 11 afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Purtroppo, però, l’epoca che stiamo vivendo è attraversata da numerosi conflitti e, come ci ha ricordato in più occasioni Papa Francesco, stanno dando origine a una “Terza guerra mondiale a pezzi”. Basti pensare al conflitto israelo-palestinese o alla guerra in Ucraina che, nei rispettivi territori, stanno mietendo numerose vittime civili innocenti con l’unica colpa, se così si può definire, di abitare in quei luoghi.
Le nostre coscienze sono profondamente scosse dall’ondata di violenze che stanno lambendo la nostra “Casa comune” e, alla luce dei principi di pace sanciti dai nostri padri costituenti, auspichiamo che, le istituzioni nazionali e sovranazionali, agiscano per favorire un immediato cessate il fuoco e per la riapertura di un tavolo di negoziato basato sulle norme e sui principi dei diritti umani e del diritto internazionale, con l’obiettivo unico di salvaguardare la popolazione civile da ulteriori ed inutili sofferenze. Riavvolgendo il nastro della storia e imparando dal nostro passato, dobbiamo ricordare la lungimiranza delle forze politiche e sociali che, al termine della Seconda guerra mondiale, in un contesto di grande dolore e distruzione, ci hanno insegnato il predominio del diritto sulla guerra e la limitazione di sovranità degli stati-nazione per la costruzione di un ordinamento internazionale in grado di difendere la pace mondiale. Questa è la strada da seguire per non vanificare il progresso umano ottenuto in 75 anni di democrazia e dialogo reciproco.