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Assistenza ai familiari disabili, l’urgenza di una legge

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La pandemia ha messo a dura prova chiunque, e pesa in particolare sulle persone che si prendono cura a tempo pieno e in forma gratuita dei più fragili: i cosiddetti Caregiver familiari.

Il caregiver familiare è una persona che, a titolo gratuito e in forma estranea all’ambito professionale, si occupa dell’assistenza a un familiare disabile o comunque non autosufficiente. Il lavoro di cura informale (quello svolto gratuitamente) non produce reddito, ma fa risparmiare non poco alle famiglie e al sistema del welfare. Se i bilanci economici, oltre alle entrate e alle uscite, contemplassero anche la voce “soldi risparmiati”, molto probabilmente esso sarebbe meno invisibile.

In Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, questa figura non è giuridicamente riconosciuta, né in alcun modo tutelata, quasi fosse invisibile, data per scontato, e ritenuta irrilevante. Questa indifferenza penalizza in particolare le donne, poiché ancora oggi sono donne la stragrande maggioranza di coloro che prestano assistenza informale. In questo quadro aggravato dalla pandemia, tra le note positive va evidenziato che la Legge di bilancio 2021 ha previsto uno stanziamento di 30 milioni di euro in un fondo destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare.

Tuttavia a oggi il caregiver familiare non gode di riconoscimento legislativo, se non per quanto riguarda il diritto ai permessi giornalieri retribuiti e al congedo straordinario previsti dalla L. n. 104/1992. E’ ancora fermo in Commissione Lavoro del Senato il progetto di legge n.1461 che è stato presentato nel 2019[1]: il testo riconosce alla figura del caregiver sia una tutela di natura previdenziale (tre anni di contributi figurativi) sia agevolazioni fiscali (detrazione IRPEF per le spese sostenute dal caregiver nella misura del 50% fino ad € 10.000 annui), e tuttavia si potrebbe migliorare sotto il profilo della estensione dei diritti che prevede, con l’auspicio che comunque venga approvato dal Parlamento in questa legislatura.

Essere caregiver non è una scelta ma una necessità; lo si rimane per molti anni (talora per tutta la vita) e durante quel periodo, in molti casi non è possibile conciliare l’attività lavorativa con quella assistenziale, con la conseguente perdita del sostentamento economico. Provvedervi risponde a giustizia.

[1] Cfr. www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/52186.htm

Daniele Onori: