Le previsioni fosche del FMI e della CE sul forte calo del PIL del nostro Paese, un calo che arriva dopo vent’anni di stagnazione, ci costringe ad essere severi sulle potenzialità del Governo a gestire la crisi e la necessaria ripartenza. Mentre era chiaro che (anche se dalle dichiarazioni di Conte sembra che non ne fosse così consapevole) il calo di quest’anno sarebbe stato fortissimo non sarei così ottimista sulla capacità del nostro Paese di avere il rimbalzo previsto già nel prossimo anno.
Ora è evidente a tutti la grande difficoltà del Governo in carica non solo di pensare alla ripresa ma di gestire la crisi stessa. Siamo l’unico Paese che malgrado due Decreti e centinaia di norme non è ancora riuscito a far arrivare fondi alle imprese bloccate dal lockdown.
Visti gli insuccessi nella politica economica del precedente Governo gialloverde, si può ben dire che nel giugno 2018, Berlusconi, pressato dai neoeletti in Parlamento, fece un errore a dare il via a Salvini a fare il Governo Gialloverde. Le difficoltà palesi del Governo giallorosso ci dicono che in questa Legislatura non è possibile una maggioranza omogenea in grado di governare un Paese che da vent’anni non cresceva e che quest’anno avrà un calo del PIL di quasi il 10%.
L’incapacità del Governo in carica di gestire la crisi sia dal punto di vista sanitario, emblematica la vicenda del mancato approvvigionamento delle mascherine, sia dal punto di vista economico, emergeranno ancor di più nel definire una piattaforma del rilancio della economia. Ecco perché Il rimbalzo del PIL previsto per il 2021 a mio parere non potrà arrivare automaticamente. Nelle sue previsioni la Commissione europea e il Fondo Monetario insistono nel chiedere un cambio di rotta urgente in ordine agli investimenti pubblici e privati.
Ma rilanciare gli investimenti pubblici presuppone la semplificazione delle procedure e il rigetto del Codice degli Appalti. E qui emergono i condizionamenti dei 5 Stelle che frenano molto di più Il PD mentre non impedirono alla Lega di votare a favore della TAV.
La risposta data dal Premier Conte nella sua Recente intervista al Fatto Quotidiano: “Non parliamo di Modello Genova perché nel Governo ci sono sensibilità diverse”, azzoppa subito il Pacchetto Infrastrutture che dovrebbe dare il via al rilancio della nostra economia.
Molti paragonano gli effetti della guerra al Coronavirus alla Seconda Guerra Mondiale. Qui a gestire il dopoguerra non c’è però un De Gasperi che nel 47 ebbe il coraggio e la forza di far fuori dal Governo i comunisti per poter ricevere i finanziamenti a fondo perduto del Piano Marshall. L’unica soluzione, vista la difficoltà di andare a elezioni anticipate in estate, starebbe in un Governo del Presidente che definisca un forte programma di rilancio e individui un Panel di Ministri politici e tecnici presi dai vari schieramenti. Con Ministri che abbiano già dato buona prova di sé (Calenda, Sacconi, Giorgetti, Crosetto…). Certo l’esperienza del Governo Monti pone dei dubbi ma a volte la seconda volta è meglio della prima e in ogni caso nessuno può immaginare che il Governo Conte abbia le qualità in grado di dare al nostro Paese una crescita sostenuta l’unico modo per ridurre il debito e di creare nuove opportunità di lavoro, che Conte non è stato in grado di ottenere nei suoi due anni di Governo.