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Un’app per i consigli: cosa accade se tutti diventano degli esperti

Wisdom è una nuova startup britannica che ha lanciato un nuovo servizio: un social audio di tutoraggio che viene descritto come un mix tra Clubhouse e la piattaforma di corsi incentrati sulle celebrità Masterclass. L’app consente agli utenti di accedere per trovare conversazioni a cui possono partecipare dal vivo (con la possibilità di porre domande) o riascoltare in modalità on-demand (i discorsi in streaming vengono salvati automaticamente nel profilo del relatore). L’idea è che le conversazioni siano basate su consigli: qualsiasi cosa la gente voglia sentire.

C’è una vasta gamma di argomenti: dalla genitorialità agli appuntamenti, dalla carriera alla finanza, dalla salute mentale al benessere, al fitness e altro ancora. La startup afferma di aver creato un algoritmo “stile TikTok” per consigliare conversazioni agli utenti in base ad hashtag di argomenti e “data mining” comportamentale, tenendo conto di diverse variabili, come ad esempio gli argomenti scelti in un determinato periodo rispetto alle conversazioni di tendenza presenti in home page. Oltre a ciò è presente anche uno strumento di segnalazione per conversazioni ritenute “non pertinenti”, con un servizio di monitoraggio umano 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in caso di problemi di sicurezza.

Al momento del lancio, qualche settimana fa, Wisdom vantava già 10.000 “esperti”, iscritti per distribuire la conoscenza attraverso livestream audio solo dopo un mese circa di test. Il lavoro sull’app è iniziato solo circa otto mesi fa, comunica il fondatore. Non ci sono “filtri” che limitano le iscrizioni. Chiunque può registrarsi e iniziare a tenere discorsi sull’app. Ma Wisdom dispone anche di un sistema di verifica per quelli che chiama “Top Mentor”, al fine di aiutare gli utenti a capire chi sono gli esperti autodichiarati e se vale la pena ascoltarli.

Il difficile è convincere le persone che hanno determinate conoscenze a condividerle con il pubblico e, soprattutto, far capire loro che vale la pena condividere a farsi coinvolgere, anche offrendo la possibilità di guadagno attraverso una “valuta virtuale”, chiamata Mentorcoin, basata su un algoritmo che tiene conto delle persone che interagiranno, dai tempi di ascolto e dall’impegno prestato nelle conversazioni.
Chiunque può iniziare già da ora a guadagnare la valuta “in-app”, trasmettendo in streaming i propri consigli. Questo servizio non è riservato solamente agli utenti esperti, perché si vuole far leva su tutte le classi di “creatori di contenuti” e non “incanalare denaro verso una fetta fantasticamente piccola come alcune altre piattaforme di creatori fanno…”!

I Mentorcoin possono essere convertiti in buoni regalo on-line, come quelli di Amazon, o donati a enti di beneficenza, ma la strategia è quella di espandere le funzionalità di monetizzazione ai mentori, in modo che possano costruire, in futuro, una vera e propria un’attività di consulenza sulla piattaforma. Attualmente si sta pensando di consentire ai mentori di offrire conversazioni individuali a pagamento. “Uno strumento di social audio è come un rullo spianatore! Non tutti scrivono così bene… ma tutti possono parlare. Penso che l’audio abbia un valore intrinseco. Puoi percepire il tono e l’emozione solo dalle voci delle persone, che possono essere più ascoltate e capite”, afferma il fondatore e CEO Dayo Akinrinade.

“Come mentore o esperto puoi aiutare le persone anche quando non sei su Wisdom, perché la tua libreria di discorsi viene salvata sul tuo profilo e chiunque può tornare in qualsiasi momento e ascoltare il tuo discorso… E se ti seguono su Wisdom, ogni volta che vai in diretta riceveranno un avviso”. Wisdom non è la prima startup a vedere il valore nel tentativo di portare un po’ di ordine utile ai social che funzionano con la voce, come Clubhouse, né proprio il primo a concentrarsi sul dare consigli come scopo principale.
Akinrinade dichiara, infatti: “La missione è democratizzare l’accesso al tutoraggio e democratizzare l’accesso alla conoscenza. Credo che la conoscenza non debba essere un privilegio, dovrebbe essere solo un’impostazione predefinita, un diritto che chiunque può avere”.

L’app include funzionalità progettate per aiutare a strutturare le conversazioni in modo da renderle accessibili a una vasta gamma di voci, come un timer per mantenere “dinamiche” le conversazioni, in modo che nessun ospite possa monopolizzare una conversazione. Al momento il focus dell’app è puntato sui paesi di lingua inglese come il Regno Unito, gli Stati Uniti, l’Australia e il Canada. Quindi questo è un limite.
La startup è supportata da un certo numero di “angel investor” che Akinrinade afferma di aver incontrato su Clubhouse. “All’epoca stavo lanciando un’app di appuntamenti… Poi ci siamo accorti che, tra noi, stavamo solo parlando e questo nuovo “social audio” ci è sembrato così eccitante e così “facile” che abbiamo iniziato a sviluppare Wisdom!”.

Paolo Berro: