Opinione

Tutela risorse naturali e pace: qual è il nesso

L’acqua, il suolo, l’aria pulita, le risorse minerarie e la stabilità climatica sono risorse naturali sulle quali si fonda la qualità di vita esistente nella nostra “Casa Comune”. Oggi però, a causa dell’utilizzo eccessivo da parte dell’uomo, per far fronte alla continua crescita del volume economico e della popolazione mondiale, queste risorse e, con esse, la sostenibilità ambientale, rischiano di non essere più a disposizione delle generazioni future. Occorre quindi ricordare che, le risorse naturali, costituiscono beni a destinazione universale volte a soddisfare i diritti fondamentali dei nostri figli. Per far ciò risulta fondamentale adottare decisioni pubbliche di impegno per il bene comune, scartando logiche di esclusivo interesse economico di breve respiro.

Nel corso del pontificato di Papa Francesco, prima con l’enciclica Laudato Sì e poi con l’esortazione apostolica Laudate Deum è emersa un’attenzione speciale al tema della partecipazione delle comunità alle decisioni sulle politiche ambientali e sui progetti che interessano l’ambiente o possano impattare su di esso, mettendo sempre al centro le persone e le comunità. Alla luce di ciò, la partecipazione concreta, sostanziale e in divenire è funzionale anche alla definizione di politiche di recupero degli spazi urbani degradati e di un miglior utilizzo dell’energia attraverso esempi più virtuosi, come accade ad esempio con le Comunità Energetiche Rinnovabili.

Quindi, la sostenibilità, intesa a 360 gradi anche nei processi di democrazia rappresentativa, necessita, ancor di più nell’epoca contemporanea connotata dall’emergere di nuove fragilità sociali e ambientali, di strumenti di democrazia partecipativa. In questo senso, il pontificato di Papa Francesco, attraverso le sue encicliche sociali, ha saputo essere innovativo per lo stile semplice e per il linguaggio molto schietto, così quanto efficace, con cui si appalesa l’intento di rivolgersi a “tutti gli uomini e le donne di buona volontà”. Il Santo Padre, più volte, ci ha parlato esplicitamente di una ecologia culturale che parte dalla sobrietà quale risposta all’incultura dello scarto. Egli ha richiamato ciascuno di noi ad assumere un nuovo atteggiamento sociale e politico, attivato da una nuova consapevolezza, quella dell’intrinseca connessione dell’uomo con le sue dimensioni, tra l’uomo e la natura, e tra le generazioni. La scelta del Pontefice è di proporre delle linee d’azione verso la prospettiva di un modello di economia democratica e integrale in cui, il perseguimento della pace, della fraternità e del dialogo, hanno un ruolo fondamentale per allontanare la nostra “famiglia umana” dai pericoli insiti nei venti di guerra che, in questo periodo, stanno soffiando sempre più minacciosi in tutto il mondo. Lo dobbiamo ai nostri figli, i quali devono avere il diritto inalienabile di vivere in un mondo pacifico e ricco di risorse naturali per realizzare i loro sogni.

Bruno Di Giacomo Russo

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