Categories: Opinione

Smartphone in aula o no: ecco qual è il vero punto

Ancora una volta ci troviamo difronte all’ennesimo dibattito che riguarda i nostri ragazzi (a volte addirittura i bambini) e la suola. In questo caso il motivo del contendere ha come oggetto l’ormai “inseparabile” cellulare: tenerlo o non tenerlo in classe? Ma prima di rispondere a questa domanda sono necessarie due premesse.

Intanto è ormai noto che, da alcuni decenni, lo stile educativo prevalente è quello dell’iperprotezione e del permissivismo. Ciò ha determinato una sorta di deresponsabilizzazione nei ragazzi (e non solo) i quali, il più delle volte, si sentono autorizzati a fare ciò che vogliono dimenticando che una società democratica si fonda sul rispetto di regole stabilite, al fine di mantenere un adeguato funzionamento del sistema “collettività”. Il principio di “liberta”, che rappresenta uno dei caposaldi della democrazia, non va però confuso con quello di “arbitrarietà” la cui conseguenza è inevitabilmente il caos.

Purtroppo questo atteggiamento è sempre più diffuso cosicché ci si ritrova nella situazione in cui si disquisisce su temi che in realtà dovrebbero essere, per definizione, punti fermi, postulati, caposaldi di una società basata sul rispetto non solo del singolo ma anche degli altri.

Poi entra in gioco il problema dell’iperconnessione (altro argomento molto serio che meriterebbe una trattazione a parte): controllare un messaggio WhatsApp o una storia su Instagram diventano comportamenti irrinunciabili anche durante le ore di lezione, una sorta di compulsione a cui non è possibile rinunciare. Detto ciò, torniamo all’argomento “cellulari in aula”.

Fermo restando l’inutilità di uno smartphone in classe ai fini degli obiettivi scolastici, il problema rimane quello della responsabilità del singolo individuo. Vale a dire che dovrebbe essere sottinteso che durante le lezioni l’uso di questo dispositivo non è consentito perché inevitabilmente distrae facendo perdere la concentrazione necessaria per il processo di apprendimento.

In altri termini, il problema non è avere con sé il cellulare oppure no, quanto piuttosto il fatto che, al punto in cui siamo arrivati, la tentazione ad utilizzarlo in un contesto in cui non andrebbe usato è un qualcosa di irrefrenabile che i ragazzi non sono più in grado di controllare, ma ne sono totalmente travolti ed incapaci di valutare l’inadeguatezza di tale atteggiamento.

Se, quindi, quanto detto impedisce una adeguata gestione dell’uso del cellulare in classe, purtroppo è necessario intervenire in maniera autoritaria impedendo l’entrata in aula di questi strumenti, auspicando però che si possa effettuare un’opera di educazione e responsabilizzazione per un uso corretto degli stessi senza dover ricorrere a modi coercitivi per arginare quanto invece da alcuni anni si sta verificando nelle nostre scuole.

Susanna Cirone: