Il sistema di welfare che, etimologicamente, indica il benessere della persona in ogni suo aspetto, deve essere visto non solo come l’aspetto sanitario, ma anche e soprattutto sociale. Oggi purtroppo, si fa ancora fatica a capire che, il benessere, non è solo l’assenza di malattia, ma è una condizione totale della persona che coinvolge aspetti fisici e psicologici. Chiaramente tutto ciò dipende dal contesto creato dalla società che, se non consente di stare bene a 360 gradi, non consente neanche di essere in salute. A maggior ragione, per quanto riguarda le persone con disabilità e malattia rara, non esiste una cura prettamente sanitaria e, di conseguenza, lo stesso si presenta quando si è nella fase acuta di una patologia. La cura però, in molti casi, è di tipo sociale e relazionale. Spesso, ad esempio, la scuola è l’unico strumento di relazione e interazione per le persone con fragilità, in grado di migliorare le condizioni generali di salute.
Il sistema di welfare, dovrebbe prendere in considerazione tutto il contesto, soprattutto quello sociale, relazionale e sociosanitario a cui, in seguito, si aggiunge l’aspetto sanitario. Bisogna agire su tutto il contesto di vita della persona, rivedendo totalmente il welfare partendo dal sistema sociale, in grado di prendere in carico tutte le persone, a maggior ragione quelle con fragilità, tra cui coloro che hanno una disabilità, una malattia rara e i minori che hanno bisogni più complessi.