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Mettere in sicurezza la rete autostradale si può: ecco come

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La mobilita di merci e passeggeri del nostro Paese senza le autostrade sarebbe pressoché paralizzata. La decisione di ricorrere allo strumento della concessione ai privati per costruire la nostra rete autostradale è stata una delle più importanti e felici intuizioni dei Governi degli anni 50.

Senza le concessioni ai privati lo Stato italiano, uscito sconfitto, distrutto e povero dalla seconda guerra mondiale non avrebbe mai potuto costruire la seconda rete autostradale d’Europa così come non avrebbe mai potuto costruire i Trafori autostradali alpini e il Paese non avrebbe avuto il Boom Economico. Ma la concessione metteva a carico del privato concessionario, contro il pagamento dei pedaggi per 30-35 anni anni, l’impegno della costruzione e della manutenzione.

La tragica caduta del ponte Morandi e la caduta di parte del soffitto della Galleria Berte’ sulla Autostrada A26 hanno posto il tema della sicurezza della rete autostradale mediamente costruita negli anni 60. Il controllo sugli impegni dei concessionari a manutenere la rete in ottime condizioni spettava storicamente all’Anas che con la sua rete di sedi e di Ingegneri pareva la meglio attrezzata a svolgerli. Nel 2012 il Governo Monti trasferisce il compito del controllo al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture senza però dotarlo del personale specializzato in grado di controllare quotidianamente la sicurezza della rete autostradale. La tragica caduta del Ponte Morandi(14.8.2018), la caduta di un viadotto sulla A6 e la caduta di parte del soffitto della Galleria Berte’ sulla A26 (dicembre 2019) hanno dimostrato che la rete non era sicura.

Le indagini dimostreranno le responsabilità sia per la caduta del ponte Morandi sia i ritardi nei controlli messi in atto tardivamente dal Ministero dopo la caduta del ponte genovese. I lavori di manutenzione alla rete sono iniziati in fretta e furia solo dopo la caduta del soffitto della Galleria Berte’ a fine 2019 E su pressione della Magistratura.

E’ evidente che i 40 miliardi per le manutenzioni stimate dal Sole 24 Ore saranno a carico delle concessionarie autostradali perché merci e passeggeri i pedaggi li hanno pagati cash ai caselli autostradali. Nel frattempo continuo a pregare perché nella attesa del completamento dei lavori non succedano altri tragici incidenti.

Mino Giachino: