L’anima di certa gente ricorda le lavagne di scuola sulle quali il tempo traccia segni, regole ed esempi che una spugna bagnata subito cancella. (Kahlil Gibran)
Le lavagne hanno cambiato forma, materiale, tecnologia, e in molti casi è impossibile ormai sentire la frase di un tempo “va’ dietro la lavagna”. A volte, studenti e docenti, siamo un po’ come loro, dimentichiamo o cancelliamo: i primi qualche insegnamento dei secondi, i secondi di essere stati un tempo come i primi. In entrambi i casi il colpo di spugna si dà, volontariamente o inconsciamente, a qualcosa che non ci piace, che non ci appassiona, che non riteniamo utile. Al contrario ci sono anni, mesi, giorni, ore – come anni scolastici segnati dalla pandemia – che lasciano segni indelebili come quando un cattivo gesso graffia la lavagna o si usa il pennarello sbagliato su quella bianca; ci sono regole – soprattutto quelle di vita e di convivenza civile – che è bene che restino impresse diventando un tesoro fuori da quelle mura; ci sono esempi – buoni o cattivi – che diamo o riceviamo che spesso insegnano più di tante parole. Il tempo farà la sua parte, ma a noi tutti tocca essere non come certa gente, bensì come chi mette l’anima nelle cose, bagnata dal sudore dovuto all’impegno e dalle lacrime per avercela messa tutta.
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