Non lasceremo indietro nessuno, nessuno perderà il lavoro a causa del Covid-19 o del lockdown. Ci ricordiamo tutti questi impegni del Premier Conte e del Ministro Gualtieri.
Si sono rivelate delle pie promesse così che questa settimana prima il Presidente Sergio Mattarella ha denunciato come nella crisi siano aumentate le diseguaglianze e il Vescovo di Lodi, Mons. Maurizio Malvestiti, ha detto “Sos disuguaglianza” mentre sabato scorso nella piazza della Vertenza Torino il coraggioso Arcivescovo di Torino aveva dichiarato che l’assistenza non risolve i problemi e che occorrono nuove occasioni di lavoro.
I decreti governativi di questi mesi di Covid e di post lockdown hanno funzionato solo in parte, una parte consistente, le piccole aziende, le partite IVA e il lavoro precario sono state penalizzate. Aiuti arrivati in misura modesta e tardi, credito arrivato alle sole aziende perfettamente sane, circa 300.000 aziende o aziende non hanno ottenuto il credito perché arrivate alla crisi con qualche problema.
Così coloro che avevano resistito e stavano mantenendo posti di lavoro rischiano di essere messe definitivamente in crisi dalla decisione del Governo di bloccare il Paese e dalla incapacità di scrivere un Decreto sul Credito che le Banche avrebbero dovuto applicare. Il Governo invece ha dato la autorizzazione alla Sace per garantire il Credito da 6 miliardi alla FIAT senza chiedere garanzie sul lavoro alla più grande azienda industriale del nostro Paese. Forti con i deboli e deboli con i forti.
Investimenti pubblici ancora fermi, norme del decreto semplificazioni che sembrano prese dalla polizia austriaca dei tempi di Silvio Pellico perché Comuni e Regioni potranno entrare nei conti correnti di chi deve pagare le tasse locali.
Mancano le iniziative per rimettere in moto la economia e la crescita. Come diceva John Kennedy la ripresa è come quell’onda del mare che arriva dappertutto e solleva tutte le barche, dove per barche possiamo intendere aziende e lavoro.
Piano industriale dell’auto, incentivi alla rottamazione auto, incentivi alla ristrutturazione dei vecchi fabbricati, investimenti in infrastrutture e nelle strutture ospedaliere avrebbero dovuto essere le priorità per fa ripartire il Paese e dare una speranza a chi oggi l’ha persa.
Ecco perché per governare le situazioni difficili occorrerebbe ritornare ad avere maggiore conoscenza dei problemi e maggiore competenza. Come diceva Benedetto Croce il politico onesto è quello competente. Se io mi candido a operare gli ammalati e non ho mai operato prima, non sono onesto.