L’estate 2021, per il mondo della Scuola italiana, deve essere ricordata non tanto per le schermaglie sulla “certificazione verde”, quanto per l’approvazione del Protocollo sicurezza scuole, accordo fra il Ministero e le maggiori sigle sindacali.
Finalmente c’è massima chiarezza anche sulla questione di chi non può essere vaccinato a causa di fragilità certificate: non si tratta di “no vax” e neppure di spreco di danaro pubblico per i relativi tamponi; lo Stato deve mettere in campo ogni precauzione per far ripartire la scuola. Si tratta di polemiche sterili che non aiutano una intelligente ripartenza post covid, basata sulla consapevolezza che la scuola deve diventare equa, libera e per tutti: le piaghe di decenni di precariato, di sprechi, di discriminazioni sono ormai palesi.
Se riparte la scuola diventa certo l’inizio di un percorso di autonomia, parità e libertà di scelta educativa, con relativo censimento dei docenti e quota capitaria di 5.500 euro a fronte degli 8.500 odierni, che sono lo stigma dello spreco, come autorevoli esperti in economia denunciano da anni. Il Protocollo di sicurezza non impone in alcun modo l’obbligo vaccinale degli studenti. Per i docenti è prevista normalmente la certificazione verde (cd green pass) che si ottiene o con il vaccino o mediante il tampone, gratuito per il personale fragile dichiarato. Lo scopo finale è chiaro per tutti: l’apertura in presenza e in sicurezza della scuola italiana. L’uomo d’affari o il volontario che deve assolutamente recarsi in un certo Paese africano non partirebbe senza determinati vaccini e la pastiglia anti malaria. Non pare una richiesta lesiva della libertà, perché quest’ultima è responsabilità e quindi corresponsabilità. Rita Levi Montalcini ha sperimentato sui propri occhi un collirio perché si muore o si vive insieme. Ci sono persone diffidenti verso i farmaci, addirittura verso i sanitari, che comunque scelgono, in quanto seriamente malate, di curarsi e di utilizzare i medicamenti consigliati perché decidono di vivere non solo per sé, ma anche per gli altri. Riscoprono la loro vita come un bene sociale e collettivo. Questo atteggiamento potrebbe essere fonte di riflessione per chi, coltivando il proprio “io” in modalità megalomania, chiede tutto e il contrario di tutto e si serve dei social per diffondere il pensiero unico.
Per far ripartire la scuola per tutti era necessaria una cabina di regia centrale, una concertazione dei vari ministeri coinvolti, un confronto Stato-Regioni. Già da qualche mese in Regione Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e via via altre Regioni, è stato visto positivamente come accordi fra scuole statali e paritarie, censimento degli spazi, coinvolgimento delle scuole, dei gestori, delle categorie avessero aiutato a creare le premesse per far ripartire la scuola in sicurezza. Oggi, nel protocollo di intesa, queste tre condizioni sono contemplate a livello nazionale, frutto di un pensiero responsabile.
“Stiamo mettendo in campo ogni azione necessaria per assicurare il rientro in aula con interventi mirati e puntuali – sottolinea il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi -. L’intesa raggiunta con le Organizzazioni sindacali è un ulteriore tassello e testimonia l’impegno comune per garantire a ogni studentessa e a ogni studente il diritto di poter tornare a frequentare in sicurezza e in presenza la scuola, recuperando il rapporto con i loro compagni, i docenti, la socialità”.
“Continuiamo a collaborare, ciascuno per la propria parte di responsabilità, per sostenere le istituzioni scolastiche nel loro lavoro, per dare risposte alle famiglie e garantire il diritto allo studio a ogni studente. Abbiamo stanziato già oltre 2 miliardi per il rientro a scuola. Stiamo lavorando da mesi – prosegue Bianchi -. Con il Protocollo appena siglato siamo intervenuti a sostegno delle situazioni e delle persone più fragili. Per quanto riguarda il distanziamento, interveniamo dove ci sono le classi più numerose, che si concentrano soprattutto nelle scuole di secondo grado delle periferie urbane. Abbiamo risorse già stanziate per queste situazioni, fondi che ora distribuiremo rapidamente. Le scuole, poi, in accordo con le Aziende sanitarie locali e il Commissario straordinario, potranno intervenire a favore dei più fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili e che risultano, quindi, anche i più esposti al contagio. Interventi mirati, dunque, a favore delle situazioni più difficili per una scuola che vuole riaprire non dimenticando nessuno”.
Il Protocollo, che fa parte degli strumenti messi a disposizione per programmare al meglio il rientro di studentesse e studenti, tiene conto degli ultimi pareri del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza, delle disposizioni del Ministero della Salute, della normativa vigente. Sono previsti
- un servizio di Help Desk dedicato alle istituzioni scolastiche, per richiedere assistenza via web, raggiungibile tramite il seguente percorso: “SIDI → Applicazioni SIDI →Gestione Finanziario Contabile → Help Desk Amministrativo Contabile”, al fine di raccogliere quesiti e segnalazioni sull’applicazione delle misure di sicurezza e fornire assistenza e supporto operativo anche di carattere amministrativo;
- un Tavolo nazionale permanente composto da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, del Ministero della Salute e delle OO.SS. firmatarie del presente Protocollo, con funzioni di gestione condivisa relativa al confronto sull’attuazione delle indicazioni del CTS presso le istituzioni scolastiche e di analisi e monitoraggio dei dati. Al tavolo saranno riportate, con cadenza periodica, le questioni di maggiore interesse e le criticità pervenute al Ministero tramite il servizio di help desk o tramite richieste dei Direttori generali o dei dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali o direttamente dalle Organizzazioni sindacali. Il Tavolo nazionale formula pareri, indicazioni e linee di coordinamento agli UU.SS.RR., nonché definisce e attua il confronto con le OO.SS. firmatarie del presente Protocollo di cui all’art. 22 comma 8, lettera a) del CCNL del Comparto e all’art. 5, comma 3, del CCNL dell’Area Istruzione e ricerca. Il Tavolo nazionale permanente, allo scopo di assicurare che le attività scolastiche si svolgano in osservanza delle misure di sicurezza previste anche in relazione, in ogni singola Regione, all’andamento dei contagi, può valutare di richiedere al Ministero della Salute l’indicazione di eventuali e ulteriori misure proporzionate all’evolversi della situazione epidemiologica e volte ad assicurare la piena ed effettiva tutela della salute degli studenti e di tutto il personale scolastico coinvolto;
- un Tavolo di lavoro permanente presso ogni USR, di cui fanno parte rappresentanti dell’USR designati dallo stesso Direttore, delle OO.SS. del settore scuola e dell’area istruzione e ricerca firmatarie del presente Protocollo, degli enti locali, dei Servizi di igiene epidemiologica e della Protezione Civile operanti sul territorio. Detti Tavoli svolgono una funzione di raccordo con il Tavolo nazionale permanente e le istituzioni scolastiche, fornendo soluzioni concrete alle problematiche segnalate dalle singole istituzioni scolastiche, anche avvalendosi degli uffici di ambito territoriale.
Quindi non si delega al comitato tecnico scientifico, non si agisce di costrizione ma si muovono le libertà e quindi le responsabilità del singolo, del cittadino. Solo se riparte la scuola in presenza per tutti gli studenti sarà possibile completare in tempi non biblici il percorso di autonomia, parità e libertà di scelta educativa, con una scuola statale autonoma e una scuola paritaria libera.