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San Nicola, un culto che lega Oriente e Occidente

S. Nicola (270-343) o S. Nicolao o S. Nicolò, vescovo di Myra nell’Asia Minore, detto comunemente di Bari, perché nel capoluogo pugliese riposa il suo corpo, che vi gode di una singolare venerazione, è uno dei santi più popolari sia in Oriente che in Occidente.
La vita del Santo è ricca di avvenimenti leggendari, ma non vi è dubbio che egli, come s’è detto, fu vescovo di Mira al principio del IV secolo e che si distinse per particolari atti e gesti d’amore verso il prossimo.

In un Passionarium, che sembra risalire ai tempi di S. Gregorio Magno (590-604), si narra che Nicola, soffrì la prigionia a causa della fede cristiana durante la persecuzione di Diocleziano (284-305); venne liberato dopo l’editto del 313 di Milano, dell’imperatore Costantino (306-337) e riprese la sua attività apostolica e caritativa. È probabile che abbia preso parte al Concilio di Nicea nel 325. Secondo la tradizione egli nacque a Patara, nella Licia ( Asia Minore) verso il 270, figlio unico da genitori benestanti, e rimasto orfano ancora adolescente, distribuì ai poveri le sue sostanze.

La prima azione che si conosca di lui è la segreta generosità con cui salvò l’onore di tre ragazze, angustiate da una grave situazione economica. L’episodio è raffigurato molto frequentemente nelle pitture ed ha inoltre fornito gli emblemi caratteristici del santo: tre globi d’oro, a ricordo delle tre borse di denaro che egli gettò furtivamente dalla finestra nella casa delle giovani. Per questo singolare episodio, S. Nicola, sia in Oriente che in molti paesi dell’Occidente, è ritenuto specialmente dai più piccoli un benefico distributore di regali. Mentre si recava in pellegrinaggio in Palestina, predisse una terribile tempesta che poi sedò miracolosamente egli stesso con le sue preghiere; per questo motivo, S. Nicola di Bari è venerato come patrono dei marinai e tra i suoi attributi c’è un’ ancora.

Morì il 6 dicembre del 343, venne sepolto in un oratorio alla periferia di Mira, dove molti pellegrini si recavano ad implorare miracoli e grazie. Durante la dominazione turca, la sua tomba era custodita da alcuni monaci cristiani. Il 9 maggio del 1087, un gruppo di marinai baresi guidati dai sacerdoti Lupo e Grimoaldo trafugarono a Myra le ossa del santo e le recarono nella loro città, della quale, qualche tempo dopo S. Nicola, fu proclamato patrono.

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