San Giovanni Battista, il precursore di Gesù

Foto di falco da Pixabay

La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo. Giovanni però nasce da una donna avanzata in età e già sfiorita. Cristo nasce da una giovinetta vergine. Il padre non presta fede all’annunzio sulla nascita futura di Giovanni e diventa muto. La Vergine crede che Cristo nascerà da lei e lo concepisce nella fede…”. (dai «Discorsi» di Sant’Agostino, vescovo).  Questo brano di S. Agostino (354-430) ci introduce alla festa che ricorda la natività di Giovanni Battista, la data venne determinata in relazione alla data di nascita di Gesù, fissata al 25 dicembre.

E’ una delle feste più antiche della Chiesa cristiana, come viene già indicata nel Concilio di Agde del 506, che fu tenuto il 10 settembre, appena fuori dalle mura della città portuale di Agde in Linguadoca, nella locale chiesa di Saint-André d’Agde e fu convocato e presieduto dal vescovo gallo Cesario (470-542) arcivescovo di Arles.

Giovanni Battista è considerato l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, nacque in una famiglia sacerdotale, il padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta discendeva da Aronne. A Zaccaria l’angelo aveva detto: “Sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino, né bevande alcoliche e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre, convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; andrà avanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli, come riportato nel Vangelo di Luca.

Naturalmente egli è conosciuto come il “precursore” di Gesù, sarà infatti Giovanni ad annunciare la venuta del Salvatore, come ricordato nel Vangelo di Luca. Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.) Giovanni iniziò la sua missione, lungo le rive del fiume Giordano, dove accorreva tanta gente ad ascoltarlo, per tutti era un profeta e in segno di purificazione, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, dando il Battesimo, come forma di pentimento per la remissione di peccati. Ecco, così spiegato l’appellativo di “Battista”, da quel momento divenne per tutti Giovanni Battista.

La semplicità del popolo di allora, vedrà in lui il “Messia” tanto atteso, ma sarà egli stesso a presentare il vero Messia, quando Gesù si farà battezzare nel Giordano. A tutti Giovanni ripeterà semplicemente: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. Giovanni Battista, può vantare un “primato”, ai giorni nostri diremmo un “record”, quello di aver esultato alla notizia della prossima nascita di Gesù, prima ancora di nascere a sua volta, ciò accade quando la Vergine Maria, si reca a trovare la cugina Elisabetta ad Ain Karim.

Egli è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli, infatti sono tante le pale d’altare o semplici dipinti che hanno come protagonista anche Giovanni Battista. In merito alla tradizione della presenza del reliquiario del capo di S. Giovanni Battista, nella chiesa romana di S. Silvestro in Capite, è anche accreditata dal “Martirologio romano“, che al giorno 29 agosto, ricorrenza della decapitazione del santo, dice: “Venerandum caput… postea translatum in Ecclesia S. Silvestri in Campum Martium, summa populi veneratione asservatur”, cioè “la venerabile testa fu poi trasferita nella chiesa di San Silvestro in campo di Marzio, ed è conservata nella più alta venerazione del popolo”. La reliquia fu portata nella chiesa il 19 giugno del 762 per volontà del papa Paolo I (757-767), nel 1869 la reliquia fu trasferita in Vaticano dove rimase fino al 1904 e quindi restituita alla chiesa di S. Silvestro in Capite.