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Una risposta tra le stelle

Nell’abbondante offerta di manifestazioni ed occasioni culturali in cui oramai i piccoli centri eccellono, concentrando tutte le risorse umane locali per offrire la migliore immagine non solo turistica, l’altra sera ho partecipato alla visita all’osservatorio astronomico di Gorga, che ha riservato una serata alla comunità parrocchiale a cui partecipo.

L’incontro è stato interessante poiché tra adulti e bambini siamo partiti in cinquanta per riempire la capienza del planetario dove alle 21.30 ci attendevano i volontari dell’Unione Astrofili Italiani che, attraverso la delegazione locale, gestiscono l’intero apparato e che ci hanno offerto la possibilità di osservare il cielo stellato con l’ausilio di strumenti altamente sofisticati e di primaria importanza (telescopio 50cm F/8 – rifrattore D150mm F/8, cupola sincronizzata da 4,6 metri e portellone robotizzato da 1,6 metri di apertura) e del planetario, vero gioiello tra i più grandi in Italia, con i quali si possono ammirare i corpi celesti (abbiamo osservato Saturno con i suoi anelli) e godere della visione globale del cielo stellato ad alta luminosità ed esente da inquinamento ottico.

La visita è durata quattro ore durante le quali abbiamo ascoltato le esaurienti ed appassionate spiegazioni degli esperti che ci hanno esaudito le nostre curiosità di base sull’universo ed i corpi celesti. Grazie a chi ha voluto organizzare l’evento. Ma abbiamo appreso immediatamente due cose importanti: la prima è che quello che vediamo non è la realtà! La luce impiega milioni di anni luce per coprire la distanza dei corpi celesti e quello che vediamo, superato il sistema solare, sono eventi di un passato in gran parte immensamente lontano nel tempo e che non corrisponde affatto alla situazione attuale, che non solo non conosciamo ma che non possiamo neanche immaginare.

Analogamente, i numeri e le teorie sulla formazione dell’universo e le tesi che stanno prorompendo nella scienza circa la ripetitività dell’esplosione primordiale, di cui quella che si pensa essere stata la causa della situazione che viviamo è soltanto l’ultima e si pensa che sarà seguita da altre dopo il collasso del sistema attuale, ci allontanano dalla capacità di comprensione e ci costringono ad abbandonare i calcoli ed a ritornare nel ruolo di persone che fanno riferimento allo spazio ed al tempo comprensibile.

E qui la ragione cede il passo alla fede. Anzi, per dirla con Tommaso d’Aquino, la fede, in quanto rivelazione, anticipa i contenuti della verità che la ragione potrà cogliere soltanto dopo la dimostrazione. Spinoza intuì – anche a prezzo della incomprensione dei suoi contemporanei – che Dio non era altro dalla natura e che essa rifletteva in tutto l’esistenza di Dio, tesi a cui aderì Einstein, il massimo scienziato che trovò le regole fondamentali dell’universo. Nel buio della sala tra i visitatori attratti dalle immagini stellari è risuonata la voce di una bambina che ha chiesto dov’era Dio: la prontezza della mamma ha saputo rispondere che ci stava aspettando alla fine.

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