Ho lasciato aperto un argomento relativo all’interrogativo che mi ha posto una giovane collaboratrice, probabilmente rimasta convinta dell’assurdità razionale del racconto biblico. È strano notare come sono ancora tante le persone che si perdono dietro queste convinzioni di incredibilità della storiella raccontata e non riescono minimamente ad abbandonare l’effimero piano logico per guardare oltre il racconto immaginifico e coglierne il suo senso esplicativo.
Dotti, medici e sapienti (per ricordare un meritevole cantautore degli anni Settanta) si affannano a documentare che non esiste un luogo chiamato paradiso, che l’uomo non è mai stato immortale, che non è giusto colpevolizzare la prima donna, che un dio (sì, tale) possa occultare il segreto della conoscenza, magari che un serpente parli e che l’acqua santa possa cancellare il peccato originale.
Provate a chiedere e troverete tanti, pure tra i cristiani che però si definiscono credenti in Dio (ancora!) e non nella Chiesa e che lo pregano nel segreto dell’intimità, che sono a dir poco scettici ed increduli.
Certamente il racconto biblico trasmesso durante la catechesi secolare va trasposto alla più attenta percezione della persona matura, arricchita dagli innumerevoli contributi della immensa produzione artistica e letteraria nonché delle diffuse esegesi elaborate nel corso dell’intera storia del mondo, oltre che dai documenti storici elaborati dalla dottrina della Chiesa; rimangono ancora salde le posizioni interamente letterarie della Chiesa evangelica e di alcune Chiese protestanti, dei Testimoni di Geova, di alcune frange dell’ebraismo a fronte delle convinzioni allegoriche di gran parte dei modernisti che faticano a credere al resoconto letterario trasfondendolo in simboli più o meno velati.
La dottrina della Chiesa Cattolica, fortunatamente, sta nel mezzo, salvaguardando la meraviglia del racconto letterario che non merita di essere ridotto a banale allegoria (si legga la trepidante enciclica di Pio XII Divino Afflante Spiritu) e riconoscendo un significato al di là delle parole utilizzate: i giuristi confermano che anche l’interpretazione della legge positiva si pone nel mezzo tra il senso esplicito delle parole ed il contesto in cui essa viene dettata.
Non possono perdersi le stupende parole di Sant’Agostino (De Genesi ad litteram, cap. 8) che dopo aver riconosciuto che “adesso invece il Signore ha voluto che, guardando più addentro e considerando più attentamente quei testi, pensassi non senza fondatezza – a mio parere – che potessi mostrare anch’io che quei fatti sono stati scritti in senso proprio anziché in quello allegorico” (ivi, 2.5) avviandosi alla dimostrazione concreta che la Sacra Scrittura contiene racconti di fatti reali e concreti accaduti nel passato e di simboli degli accadimenti futuri, ha potuto affermare che “è meglio aver dubbi su cose misteriose che discutere su quelle incerte. Io non dubito affatto che il ricco [epulone] si trovava nel castigo del fuoco ardente mentre il povero [Lazzaro] si trovava nella gioia del refrigerio. Ma in che senso dobbiamo intendere le fiamme dell’inferno, il seno di Abramo, la lingua [arida e riarsa] del ricco, il dito del povero, il refrigerio della goccia d’acqua? È forse possibile trovare a stento una risposta a questi problemi da chi li indaga con spirito pacato, mentre non sarà mai possibile a coloro che discutono con acrimonia” (ivi, 5.9).
Sono gli occhi del cuore che aprono la mente e consentono di rendere possibile ciò che la ragione rifiuta, fino a quando non dimostrerà che è possibile: ma chi risarcirà tutti i denigrati da una ragione ancora cieca fino a quando non le sarà riuscito di dimostrare?
Un caro amico parafrasò dicendo che prima della scoperta della circolazione sanguigna avvenuta nell’anno 1628 ad opera del medico inglese William Harvey (Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus), il sangue circolava abusivamente nel corpo umano!
E quelle favole in cui credo convincono più della metà della popolazione mondiale, hanno retto l’arte magnifica ed ineguagliabile dei migliori artisti della storia dell’Umanità, hanno ispirato letterati, musicisti, pittori, scultori, poeti, architetti, hanno occupato il migliori pensatori filosofici, le menti più acute ed attente anche all’osservazione della realtà che ci circonda, hanno impegnato ben oltre la metà della produzione culturale dell’intera umanità nel corso della sua storia millenaria.
E non sono vere pur raccontate e credute da millenni perché un ottuso pretendente del sapere universale non se le spiega?
Provi a credere in Dio (eccolo!).