La ricorrenza dell’ultima domenica dell’anno liturgico, dedicata appunto a Cristo Re, fu stabilita da Papa Pio XI (1922-1929) con l’enciclica “Quas primas”, e venne ufficializzata nel concistoro del 14 dicembre 1925. Di tale festività s’era già parlato e discusso precedentemente nei congressi eucaristici di Madrid (1911), di Vienna (1912) e soprattutto in quello di Lourdes (1914). Grazie al successivo intervento del gesuita Galileo Venturini (1850-1951), il quale a nome della società del Regno Sociale di Gesù Cristo e di quelle dell’Apostolato della preghiera, presentò nuove suppliche firmate anche da cardinali, prelati, associazioni, istituti e singole personalità anche civili.
La Sacra Congregazione dei Riti, il 25 luglio del 1925, celebrò la sessione plenaria per la festa, l’ufficio e la Messa di Gesù Cristo Re e, dopo un approfondito studio ne propose a Pio XI la definitiva approvazione.
“La santa madre Chiesa… ogni settimana, nel giorno a cui ha dato il nome di domenica, fa memoria della risurrezione del Signore, che ogni anno unitamente alla sua beata passione, celebra a Pasqua, la più grande delle solennità. Nel corso dell’anno poi, distribuisce tutto il mistero di Cristo, dall’incarnazione e dalla natività fino all’ ascensione, al giorno di Pentecoste e all’attesa della beata speranza dell’avvento glorioso del Signore. Ricordando in tal modo i misteri della redenzione, essa apre ai fedeli le ricchezze delle azioni salvifiche e dei meriti del Signore, in modo tale da renderli in qualche modo presenti a tutti i tempi, perché i fedeli possano venirne a contatto ed essere ripieni della grazia e della salvezza…”. Così descrive sommariamente lo svolgersi dell’anno liturgico il testo della costituzione Sacrosantum Concilium del Vaticano II.
Il prossimo anno liturgico, anno B, ascolteremo i brani del Vangelo di Marco, a questi in determinate occasioni saranno alternati alcuni capitoli del Vangelo di Giovanni. Ricordiamo quanto scrisse S. Agostino (354-430) “Ciò che è accaduto una volta nella realtà storica, la solennità liturgica lo celebra in modo ricorrente, e così lo rinnova nel cuore dei credenti”.