Lunedì 10 giugno, Papa Francesco si recherà in visita al Campidoglio, nel corso del suo pontificato è la seconda volta, precedentemente era stato sul colle capitolino il 26 marzo del 2019.
Il Campidoglio è il più piccolo dei famosi sette colli su cui venne fondata la Città Eterna, e dal 1144 era la residenza dell’antica famiglia romana dei Corsi, in quel periodo divenne sede del Senato Romano e vi aveva la residenza lo stesso senatore che amministrava la città. Grazie all’intervento di papa Paolo III (1534-1549) che chiamò a ristrutturare la piazza, Michelangelo (1475-1564. L’intero complesso del Campidoglio, tornò a splendere e al centro della piazza nel 1538 venne posta la statua equestre in bronzo dorato dell’imperatore Marco Aurelio (121-180) che si trovava al Laterano.
Il primo pontefice a salire il Campidoglio fu Paolo VI (1963-1978) il 16 aprile 1966, fu accolto dal sindaco Amerigo Petrucci (1964-1967) il papa nel corso della visita così si espresse: “Ma dobbiamo pur dire la commozione, che riempie in questo momento l’animo Nostro, anche se ci è difficile esprimerla, e non vogliamo lasciarle prendere il volo verso i grandi orizzonti che sempre spaziano davanti a questo colle fatidico. Sì, siamo molto commossi e molto meravigliati di trovarci in questa sede ed in questa assemblea. Qui è Roma. La vostra, la Nostra. Roma dei secoli. Roma della civiltà latina e cristiana. Qui la sua culla, qui la sua reggia. Qui Roma si fa idea, qui simbolo, qui maestà, qui mistero. Non diciamo di più; ma notiamo soltanto che questo è bello, e – come il Signor Sindaco ha detto testé – questo è grande. Un’ora della storia romana si compie; e Noi ne ascoltiamo gli squillanti rintocchi: sono squillanti di pienezza, di forza, di armonia e di pace. Li ascoltiamo volentieri, e ne benediciamo Iddio…”.
C’è da ricordare che prima del 1870 il Campidoglio, come tutta la città, apparteneva allo Stato Pontificio, e l’ultimo papa a recarsi sul colle fu Pio IX (1846-1878) qualche giorno prima della famosa breccia di Porta Pia, avvenuta il 20 settembre. E una vecchia tradizione, voleva che i pontefici dopo aver presso possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale dell’Urbe, andassero in Campidoglio.
“…I Rappresentanti del Popolo romano, il Successore di Pietro, il Campidoglio: ecco raccolti insieme i protagonisti della peculiare ed irrepetibile vocazione di Roma, che, come ricordava il Signor Sindaco, non può prescindere dall'”intreccio” di tali presenze. In questo luogo fortemente evocativo della storia e dei fasti dell’Urbe si sono dati appuntamento questa mattina gli attuali interpreti della sua millenaria tradizione. Qui si ritrovano la Roma civile e la Roma cristiana, non contrapposte, non alternative, ma unite insieme, nel rispetto delle differenti competenze, dalla passione per questa Città e dal desiderio di renderne esemplare il volto per il mondo intero…”. Con queste parole si presentò in Campidoglio il 15 gennaio del 1998, Giovanni Paolo II (1978-2005), accolto dalla Giunta del Comune guidata dal sindaco Francesco Rutelli (1993-2001).
Lunedì 9 marzo 2009 salirà sul Colle Benedetto XVI, e dopo il saluto del sindaco Gianni Alemanno (2008-2013) disse tra l’altro: “Con l’odierna mia presenza su questo Colle, sede ed emblema della storia e della missione di Roma, mi preme rinnovare l’assicurazione dell’attenzione paterna che il Vescovo della comunità cattolica nutre non solamente nei confronti dei membri di questa, ma anche di tutti i romani e di quanti da varie parti d’Italia e del mondo vengono nella Capitale per ragioni religiose, turistiche, di lavoro, o per restarvi integrandosi nel tessuto cittadino. Sono qui quest’oggi per incoraggiare l’impegno non facile di voi Amministratori al servizio di questa singolare Metropoli; per condividere le attese e le speranze degli abitanti ed ascoltarne le preoccupazioni e i problemi di cui voi vi fate responsabili interpreti in questo Palazzo, che costituisce il naturale e dinamico centro dei progetti che fervono nel ‘cantiere’ della Roma del terzo millennio…”
Infine ricordiamo la visita di Papa Francesco il 26 marzo del 2019, quando a salutarlo a nome dell’intera città, fu la prima donna sindaco Virginia Raggi (2016-2021) il pontefice nel ringraziare per la collaborazione dell’amministrazione per la riuscita dell’Anno Santo della Misericordia, pronunciò in favore dell’Urbe queste parole: “Roma è la patria di una originale concezione del diritto, modellata sulla sapienza pratica del suo popolo e attraverso la quale ha irraggiato il mondo con i suoi principi e le sue istituzioni. È la Città che ha riconosciuto il valore e la bellezza della filosofia, dell’arte e in genere della cultura prodotta dall’Ellade antica e l’ha accolta e integrata al punto che la civiltà che ne è scaturita è stata giustamente definita greco-romana. Al tempo stesso, per una coincidenza che è difficile non chiamare disegno, qui hanno coronato col martirio la loro missione i santi Apostoli Pietro e Paolo, e il loro sangue, unito a quello di tanti altri testimoni, si è trasformato in seme di nuove generazioni di cristiani. Essi hanno contribuito a dare all’Urbe un nuovo volto, che, pur nel groviglio delle alterne vicissitudini storiche, con i loro drammi, luci e ombre, risplende ancora oggi per la ricchezza dei monumenti, delle opere d’arte, delle chiese e dei palazzi, il tutto disposto in maniera inimitabile sui sette colli, dei quali questo è il primo.
Lunedì 10 giugno il pontefice sarà accolto dall’attuale sindaco Roberto Gualtieri che darà il benvenuto al Papa, il quale al termine della visita saluterà i cittadini dal Palazzo Senatorio, situato sulla storica piazza michelangiolesca.