Il sistema di welfare, per essere più inclusivo nei confronti delle persone con disabilità e fragilità, non dovrebbe più basarsi esclusivamente sulla patologia, disabilità o malattia rara, ma più sulla persona e sui suoi bisogni effettivi, i quali devono essere estesi anche alle famiglie. Molti anni fa, quando si è cominciato a parlare della disabilità, era giusto far conoscere determinati argomenti, ma ora è corretto far sì che vengano conosciute le storie delle persone perché, dietro a una fragilità o a una malattia, c’è sempre una persona, ma spesso ci si dimentica di questo.
E’ necessario che, il sistema di welfare, riparta dalle persone nonché dai bisogni e dalle necessità di ognuno. Ciò deve essere fatto attraverso piani individualizzati, che possono essere di vita indipendente, assistenza o autonomia. In altre parole, ognuno, a seconda delle proprie caratteristiche e peculiarità, viene sopportato e sostenuto per tutto ciò che serve. Oggi purtroppo non è così perché vengono attuate delle misure che valgano per tutti allo stesso modo. Conseguentemente, come accade in tutti i campi, una misura uguale per tutti, non è mai equa. Il welfare deve ripartire da un’integrazione totale dei servizi – sanitari, sociosanitari e sociali – il cui centro deve essere la persona con i suoi bisogni