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Promuovere la legalità partendo dall’educazione dei più giovani

dialogo

Foto di Tim Mossholder su Unsplash

Il periodo storico che stiamo vivendo è fortemente contrassegnato da un grave incremento delle violenze ai danni dei docenti e del personale scolastico nella sua totalità, si pensi che, nel 2023, le stesse sono state in tutto 36, mentre quest’anno sono già 27. Tutto ciò richiama con urgenza la necessità dell’educazione civica e di quella che potremo definire la “cittadinanza solidale” nei confronti di coloro che vengono aggrediti. In particolare, l’educazione civica, consiste nell’educare i cittadini più giovani al senso delle Istituzioni e delle regole della convivenza civile, organizzata giuridicamente. Occorre ricordare che, connessione tra l’identità di un popolo e le regole che ne governano la vita, sono essenziali per il futuro della stessa società nonché per estirpare ogni forma di violenza dalla nostra quotidianità.

Alla luce degli ultimi tristi eventi di cronaca, correlati alla crescente violenza nelle scuole, il punto di partenza deve tornare ad essere la persona umana, nel senso che trova fondamento diretto nella concezione antropocentrica che costituisce il fondamento dell’intero edificio costituzionale, e tale per cui fine ultimo della Costituzione è, e deve essere, il pieno sviluppo della persona umana. È così che, attraverso il principio di uguaglianza, il principio pluralista e il principio solidarista, la persona umana assume il valore riassuntivo e fondante la natura teleologicamente personalista del nostro ordinamento costituzionale.

In tutto ciò però, il ruolo degli istituti predisposti alla formazione della persona e in particolare delle scuole è cruciale. Occorre ricordare che, non può esservi alcun pieno sviluppo della persona e soprattutto dei più giovani, senza la conoscenza e la consapevolezza della realtà che li circonda. Gli adulti e le istituzioni, su questo versante, hanno il dovere di promuovere la legalità ad ogni livello, partendo in primis dall’educazione delle giovani generazioni.

Bruno Di Giacomo Russo: