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La profonda umiltà di un Papa

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Non avevamo mai dubitato, caro padre Benedetto, che per te “il Papa è uno solo” e si chiama Francesco. Avevamo bisogno, però, in questo tempo di Quaresima di queste parole che ci facessero meditare sulla bellezza e sulla fatica di essere discepoli di Gesù nella Chiesa.

Mai, nemmeno per un istante solo, abbiamo pensato che papa Benedetto XVI fosse stato messo in stato di soggezione da qualcuno, sia all’interno che all’esterno della Chiesa; mai abbiamo creduto che si fosse lasciato intimorire dai problemi o dai peccati che insozzavano la veste della sposa di Cristo.

Papa Benedetto non avrebbe mai potuto mentire: inutile e dannoso, quindi, era andare alla ricerca di qualche ulteriore “verità” che non fosse quella uscita dalle sue labbra. Abbiamo sempre creduto che con te al timone, la barca di Cristo fosse saggiamente guidata da un nocchiere dotto e santo, preparato e distaccato, il cui unico desiderio era quello di fare la volontà del suo Signore.

Perciò vogliamo ringraziarti, oggi, Padre santo, per la tua profondissima umiltà, senza la quale anche il cristiano più attivo, dotto e generoso, lascia tanto a desiderare.

Non è la prima volta che hai sentito il bisogno di dirci che per te il Papa è uno solo. Nessun cattolico, d’altronde, potrebbe dubitarne senza correre il rischio di mettere seriamente a repentaglio la sua fede.

Quanta pace, quanta letizia, quanto forza per continuare a lavorare nella vigna del Signore continuano a darci le tue parole. E chi potrebbe dire il contrario, senza offendere innanzitutto la tua persona, la tua intelligenza, la tua fede? “ Alcuni amici un po’ fanatici sono ancora un po’ arrabbiati… non vogliono credere a una mia scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto” hai tenuto a sottolineare, misurando e pesando, come è tuo stile, le parole, perché potessero dire, illuminare, indirizzare senza però offendere nessuno.

Li hai chiamati “amici”, ci hai tenuto a ribadire che, nonostante la loro caparbietà, costoro erano e sono tuttora amici tuoi e della Chiesa. Hai voluto ricordarci che di questa Chiesa ti sei sempre sentito servo e servo inutile. E come tale, con un coraggio e una determinazione che passeranno alla storia, un giorno hai sbalordito il mondo confessando candidamente: «”Dopo aver esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze per l’età avanzata non sono più adatte a esercitare in modo adeguati il ministero petrino … per questo con piena libertà dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma…”.

Non stavi tirando i remi in barca, non stavi cedendo alla tentazione di una comoda e ricercata solitudine; con la preghiera, ci assicurasti, avresti continuato a esserci accanto. Piangemmo perplessi quel giorno. Riandammo con la mente alla sera della morte di Giovanni Paolo II.

Anche allora, singhiozzando, ci chiedemmo: «E adesso ?» dimostrando tutta la nostra poca fede. “Adesso” lo Spirito Santo già stava lavorando.

Con il cuore in gola, dopo la fumata bianca, attendavamo di conoscere il nuovo Papa. Habemus papam. E ti affacciasti tu. Chi potrà mai dire che successe nel cuore di milioni di credenti? Ti chiamasti Benedetto e noi fummo tutti benedetti. Amarti fu facile. Amare il Papa non è mai difficile. Non ti sei mai sentito padrone di niente, non hai mai nascosto la tua timidezza, non hai mai tentato di imitare il tuo grande predecessore.

Wojtyla era Wojtyla, Ratzinger era Ratzinger, Bergoglio è Bergoglio. A ognuno i suoi carismi. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Una sola Chiesa.

Chiesa sempre bella e sempre giovane, sempre santa e sempre peccatrice, quanti fiori diversi spuntano nel tuo giardino, quanti colori, quanti profumi. Tutto per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.

Avevamo ancora gli occhi gonfi di lacrime, quando, “dalla fine del mondo” arrivò lui, Francesco. “Buonasera” ci disse e ci sembrò di impazzire dalla gioia. Da Castel Gandolfo, con la corona in mano e la pace nel cuore avevi seguito lo svolgersi del Conclave.

Sempre sereno e fiducioso, nessuno più di te sapeva che è lo Spirito Santo a guidare la sua Chiesa, soffiando dove vuole, come vuole e su chi vuole.

Padre Maurizio Patriciello: