Due frasi tra i tanti consigli e le esortazioni di Don Oreste mi hanno sempre colpito. Una quella che un bimbo ha bisogno della sua mamma e non importa se questa mamma sta svolgendo o è costretta a svolgere un lavoro indegno. “Non esistono mamme indegne e se anche lo fosse meglio una mamma indegna piuttosto che non averla” diceva don Oreste. Credo che questa asserzione sia drammaticamente vera. Noi facciamo parte di una società privilegiata che, fino ad oggi, ha esaltato il ruolo della mamma e del papà, e quello indispensabile dei nonni. In altre realtà, quelle ove si scrive genitore 1 o genitore 2, vi è la spersonalizzazione del ruolo dei genitori e al cuore viene sostituita la matematica.
Ed è pacifico che l’assioma non sia più tale. La prima parola di un bambino in ogni parte dell’Universo è “mamma”. L’ultima parola di un uomo, quando la vita gli sta per sfuggire,
prima di abbandonarsi a Dio, è: “Mamma, aiutami tu”. La seconda frase che don Oreste era solito ripetere era quella mutuata dalla Santa dei Poveri: “Un bambino non nato è il più povero dei poveri”.
E Madre Teresa di poveri se ne intendeva. Impedire la nascita di un essere umano per noi Cristiani è un omicidio. Ma vi è molto più della morte fisica. Il bambino non nato è privato della vita eterna e quindi della immortalità e dell’Amore eterno di Dio. Quando ero bambino e facevo il catechismo pensavo spesso al Limbo – oggi se ne parla sempre meno – e non riuscivo ad immaginare questo luogo. Quando pregavo vedevo tanti bimbi vagare senza una meta da una parte all’altra di un immenso territorio senza confini. Oggi mi è più facile pensare al Limbo.
Tra l’uomo che sceglie tra il Bene e il Male vi è colui che si nasconde. E in quel buio del non essere vedo il Limbo. Possiamo scegliere tra una società della vita o una società della morte. “Di fronte al tentativo di affermare l’aborto e la distruzione di embrioni nei laboratori biotecnologici come diritto umano fondamentale, fino al punto di punire ogni parola rivolta alla donna per proseguire la gravidanza, la cultura europea deve alzarsi in piedi e proclamare la verità sull’uomo, sulla dignità, sull’uguaglianza, sui diritti umani” ha scritto Carlo Casini.
Ed io condivido questa riflessione. Così come la condivide Tommaso Sanna, Presidente del Consiglio comunale della città di Ancona che in uno dei suoi primi interventi da Presidente ha voluto sottolineare l’importanza della vita. Auspico che anche altri cattolici, impegnati in politica, come lui abbiano il coraggio di testimoniare la propria Fede in Dio e nell’uomo.