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Politica aerea al passo coi tempi: così per Alitalia sarà la volta buona

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Andreotti sosteneva che chi voleva portare a pareggio le Ferrovie forse si credeva Napoleone. Il nostro Paese che deve rinnovarsi moltissimo perché da vent’anni e all’ultimo posto in Europa per tasso di crescita, è riuscito a portare al pareggio le Ferrovie. Con l’Alta Velocità addirittura da il miglior servizio in Europa. Con Alitalia, invece, i vari tentativi non sono riusciti, il Bilancio dello Stato ha buttato nel pozzo della Azienda miliardi e miliardi. I Partiti e i Governi hanno fatto tanti errori, a partire dall’aumento considerevole del personale. A fine anni 90 i governi di Centro Sinistra fecero l’errore di non concludere la alleanza con KLM. Nel 2008 Berlusconi che non voleva perdere la compagnia di bandiera , essenziale secondo lui per raddoppiare i flussi turistici verso il Bel Paese, disse no alla proposta di Air France. L’avvento  delle low cost e manager non alla altezza di hanno portato a vari rifinanziamenti.

La crisi da Covid-19 muta le condizioni per tutti i settori economici in primis per il trasporto aereo. Il dilemma è il solito. Olanda, Germania hanno puntato sulle loro Compagnie di Bandiera per sviluppare turismo e logistica. L’Italia prima destinazione turistica del mondo non riesce a fare una politica dei trasporti passeggeri e merci per rafforzare la importanza del turismo e della logistica? Oggi il 50% delle merci italiane sono costrette a partire da Francoforte e noi perdiamo cosi almeno 1 miliardo tra  tasse aeroportuali e lavoro logistico.

Oggi molti turisti esteri per arrivare da noi fanno prima scalo in Francia o in Germania. Le nomine decise dal Governo saranno accompagnate da una politica dei trasporti competente e informata dei fatti? Noi come è noto non mettiamo limiti alla Provvidenza. L’Italia per uscire dalla crisi ha bisogno di sperare in una nuova politica dei trasporti, se ne parli o meno alla passerella degli Stati Generali in corso da oggi a Roma. L’Italia seppe uscire dalla 2a Guerra mondiale senza Stati Generali ma con un Premier come De Gasperi e Ministri come Fanfani, Vanoni, Scelba, Tupini, Romita e con manager e imprenditori come Agnelli, Valletta, Olivetti, Mattei, Borghi etc.

Mino Giachino: