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Il Perdono di Assisi, un’antica tradizione

Da mezzogiorno del 1° agosto a tutto il 2 agosto, si rinnova nelle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo, l’antica pratica religiosa istituita da S. Francesco (1181-1326) nel 1216 conosciuta come il “Perdono di Assisi”.

In origine la devota usanza ebbe il nome di “indulgenza della Porziuncola”, con un chiaro riferimento alla cappelletta donata al Poverello dai monaci benedettini e tuttora esistente al centro della basilica di S. Maria degli Angeli. Il nome “Porziuncola” derivò dalla piccola estensione di terreno che vi era annessa, una porzione appunto.

Una notte dell’anno 1216, Francesco era in preghiera e in contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente una grande luce illuminò il posto e lui vide sull’altare Gesù, rivestito di luce. e alla sua destra la sua Madre Santissima, entrambi circondati da una moltitudine di Angeli.

Gesù e Maria gli chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Signore, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.

E Gesù, dice la tradizione, gliela concesse inviandolo da Papa Onorio III (1216-1227) che in quel periodo si trovava a Perugia, città nella quale si svolse il conclave per la sua elezione al soglio di Pietro.

Francesco, accompagnato da frate Masseo di Marignano, si recò dal pontefice il quale  dopo aver ascoltato il racconto della visione, sanzionò ufficialmente l’istituzione del “Perdono”.

Nella Leggenda maggiore, una biografia di S. Francesco, scritta in latino da Bonaventura da Bagnoregio (1217-1274) su commissione dell’ Ordine dei Frati Minori e approvata dal capitolo generale di Pisa nel 1263, è detto tra l’altro: “Là (S. Francesco) godeva speso della visita degli Angeli, come sembrava indicare il nome stesso della chiesa stessa, chiamata fin dall’antichità S. Maria degli Angeli. Perciò la scelse come sua residenza, a causa della sua venerazione per gli Angeli e del suo speciale amore per la Madre di Cristo… Il Santo amò questo luogo più di tutti gli altri luoghi del mondo…”.

E proprio qui, a quattro cinque chilometri di distanza da Assisi, il futuro patrono d’Italia, fondò l’Ordine dei Frati Minori, visse in umiltà e povertà, celebrò le prime riunioni dell’Ordine stesso. Nel 1226 concluse la sua breve ma intensissima esistenza, amorosamente assistito, dai suoi discepoli e tra questi anche  la nobile romana trasteverina Jacopa de’ Settesoli (1190-1239) che scherzosamente chiamava “ fratello Jacopa”.

Le condizioni richieste per ottenere l’indulgenza, o per sé stessi o per i propri defunti, sono l’assoluzione nella Confessione Sacramentale, la partecipazione alla Comunione eucaristica, la recita del Credo, del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre, ed una preghiera secondo le intenzioni del Papa.

Nella sua visita alla Porziuncola del 4 agosto 2016 Papa Francesco così si rivolse ai presenti: ”Mi piace ricordare oggi, cari fratelli e sorelle, prima di tutto, le parole che, secondo un’antica tradizione, san Francesco pronunciò proprio qui, davanti a tutto il popolo e ai vescovi: ‘Voglio mandarvi tutti in paradiso!’. Cosa poteva chiedere di più bello il Poverello di Assisi, se non il dono della salvezza, della vita eterna con Dio e della gioia senza fine, che Gesù ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione? “.

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