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Perché le manifestazioni per la morte di Lorenzo ci hanno colpito

Ci hanno colpito o no le immagini e le notizie degli scontri tra forze dell’ordine e gli studenti che hanno manifestato dopo la morte del giovane Lorenzo, studente che svolgeva in una fabbrica le ore di PCTO? A me almeno tre volte! La prima perché nessuna manifestazione dovrebbe andare a finire così, a maggior ragione se il motivo è una tragedia come questa; la seconda è legata al fatto che la gestione dell’ordine pubblico, in mano a professionisti, non deve cedere alla violenza dinanzi ad alcun tipo di provocazione; la terza riguarda gli studenti che hanno voluto forzare il blocco non seguendo quanto stabilito in partenza, cioè di non andare in corteo. Nessuna delle tre cose ha onorato la morte di Lorenzo!

Pensiamo agli adulti che non erano solo quelli in divisa, ma anche i rappresentanti di qualche sindacato da quanto emerge: quest’ultimi che ruolo hanno avuto e che ci facevano in un corteo studentesco? E, guardando i video, si vedono anche altri che tanto studenti della secondaria non sembrano, magari più universitari o i grandi dei collettivi, infiltrati. Qualcuno di questi ha responsabilità per quanto accaduto? Sicuramente sì! E che dire delle solite bandiere di una parte politica o dell’altra (non importa quale!): a che servono questi schieramenti dinanzi a ciò che è accaduto ad uno studente? Ci si lamenta dei partiti, dell’incapacità di guardare al bene comune, e poi neanche la morte unisce le idee e il desiderio di cambiamento, comportandosi esattamente come quelli contro cui si protesta tante volte. Inoltre, se l’impegno preso era quello di non andare in corteo, perché i manifestanti non l’hanno mantenuto e alcuni hanno voluto andare oltre forzando? Da chi sono stati spinti come animali al macello? Guardiamo sia a chi hanno avuto contro in divisa, tuttavia osserviamo bene pure quelli che spingevano da dietro per loschi fini, magari mascherati, come i vigliacchi del resto. E poi, quale nobile motivazione spinge a lanciare sassi, bottiglie e fumogeni?

Lorenzo, che stava facendo il proprio dovere tra scuola e lavoro, è stato davvero ricordato e onorato? L’elezione del Presidente della Repubblica ha distratto le istituzioni rispetto alla gravità di quanto accaduto a questo povero studente e agli scontri di piazza; ora, però, è il tempo di riprendere seriamente la questione per provare a dare un minimo di senso a questi eventi dolorosi. Anche la scuola deve scendere in campo senza bisogno di andare in strada o in piazza, bensì nelle aule, nelle assemblee, favorendo l’ascolto e il confronto tra gli studenti, e tra studenti e docenti. Chi l’ha messo in pratica prima che manifestassero nelle diverse città? Siamo ancora in tempo nonostante tutto, facciamolo per Lorenzo e per ogni “Lorenzo”!

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