La sinistra italiana non è in crisi a causa di conflitti di grandi personalismi come quello tra Renzi e Bersani o tra Renzi e D’Alema. La sinistra è in crisi perché, chiamata a rilanciare il Paese dopo la pesante recensione del 2008-2009 e dopo le manovre “lacrime e sangue” di Monti, non ha saputo risollevare economia e lavoro, anzi ha aumentato il Debito Pubblico e la povertà rispetto al 2011. Invece di tagliare la spesa pubblica ha diminuito gli investimenti nelle infrastrutture. Ha portato avanti un Codice degli appalti che ha frenato ulteriormente gli investimenti.
La sinistra non ha nelle sue corde le cose da fare per rilanciare la crescita senza della quale il nostro Paese sarà sempre sotto il ricatto dei mercati finanziari causa l’alto Debito. È una realtà costantemente divisa. La questione della riduzione delle tasse la vede divisa tra i renziani e i “Visco boys”. E ancora: il tema delle Infrastrutture la vede divisa tra i favorevoli e i No Tav d'ogni sorta. A proposito mi chiedo, perché Renzi, Delrio o Gentiloni non vanno a visitare i cantieri della Tav e del Terzo Valico?
La sinistra non ha una idea su come rilanciare la produttività del lavoro. Ed è così anche a livello internazionale. La Clinton alle presidenziali degli Stati Uniti ha perso perché Obama ha fatto molto di meno di quanto gli americani si aspettassero da lui. Trump ha vinto perché la sinistra ha perso.
La sinistra non ha idee risolutive della crisi israele-palestinese, è incapace di ragionare con Putin e ha gestito malissimo l'immigrazione senza tirare fuori una idea convincente sullo sviluppo dell’Africa per offrire un futuro in loco ai disperati in fuga dalle guerre e dalla fame.
La sinistra ha appoggiato a scatola chiusa la politica della austerity europea pur di far fuori Berlusconi, salvo scoprire anni dopo che la politica della austerity ha impoverito le classi più deboli e per la prima volta il ceto medio.
A fronte della totale impreparazione dei 5 Stelle, pericolosi per le loro ricette economiche che alzerebbero invece di diminuire la pressione fiscale, Forza Italia può rientrare dalla porta principale del Governo del Paese, perché ha le idee e le proposte di politica interna e di politica estera in grado di rilanciare la nostra economia, il lavoro e il nostro peso internazionale. Ovviamente deve aumentare la percentuale di competenza, di conoscenza dei problemi e di qualità nel governare.
Governare, nella economia globale per un Paese come il nostro, che negli ultimi anni ha perso aziende e posti nei vari fattori della competitività, sarà ancora più complicato e difficile ma Forza Italia è l’unica scelta su cui possono appuntarsi le speranze degli italiani e soprattutto la imprenditoria italiana.