Il pellegrinaggio: una delle forme più antiche e universali di religiosità

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Il pellegrinaggio è una delle forme sicuramente più antiche e universali di religiosità, conosciute e praticate sia presso i popoli cristiani che tra quelli di altre religioni. Il termina deriva dal latino peregrinatio, viaggio in terra straniera, e indica la consuetudine di recarsi in un luogo seguendo determinati rituali. Milioni e milioni di persone di ogni età nel corso dell’anno, soprattutto quando le giornate sono più belle, vanno in pellegrinaggio, scegliendo quasi sempre come meta preferita un santuario mariano, o nei luoghi dove hanno vissuto dei santi; nella nostra penisola li troviamo un po’ dappertutto.

Andando indietro nel tempo, potremmo citare e ricordare come esempi di pellegrinaggi quelli compiuto dai pastori, che andarono, senza indugio, ad adorare il Bambino nato a Betlemme o quello da parte dei Magi, venuti dal lontano Oriente.

Per circa quattro secoli migliaia e migliaia di pellegrini da ogni parte del mondo, raggiungevano e raggiungono ancora, dopo un lungo cammino, Santiago de Compostela, nella regione spagnola della Galizia, il luogo dov’è sepolto S. Giacomo, il primo degli apostoli ad essere martirizzato. Allo stesso modo i pellegrini, si dirigevano a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa, ai giorni nostri, visto quello che sta succedendo risulta difficile recarsi in quella zona; o a Roma, dov’erano conservate le memorie e soprattutto le reliquie di S. Pietro e San Paolo.

Certamente una svolta nel carattere stesso del pellegrinaggio si ebbe a partire dal VII secolo, quando si incominciò a prescriverlo o a imporlo, assieme all’elemosina, come penitenza per i peccati di una certa gravità. Si andava in pellegrinaggio non solo per visitare i luoghi di culto, ma anche per sciogliere un voto o una promessa, e naturalmente per chiedere una grazia.

Il pellegrinaggio come pratica di penitenza e di riscatto morale coinvolgeva anche le classi sociali più alte, e così nel passato anche re e imperatori si sono mossero insieme alla propria corte verso i luoghi santi. Il primo sovrano a recarsi nella Città Eterna, fu Carlo Magno (742-814) che giunse a Roma, nella Pasqua del 774.

La nostra Italia, non è solo circondata dal mare, ma possiamo ben dire che è anche contornata e attraversata da nord a sud, da piccoli e grandi santuari: tutti ricchi di storia, di tradizione e di fede. Quanti di noi, nella società attuale, dove l’uomo è sempre più alla ricerca di qualcosa, o forse dell’assoluto, non hanno mai diretto oltre che i propri passi, lo sguardo verso qualche santuario?

Naturalmente come pellegrinaggio dobbiamo considerare quello che avviene nel periodo dell’Anno Giubilare, dove milioni di fedeli, e aggiungiamo anche di  turisti, vengono Roma, per sostare e oltrepassare in preghiera la “Porta Santa” delle grandi basiliche.

Il pellegrinaggio, già molti anni, ha soprattutto un carattere mariano, dovuto allo sviluppo del culto alla Vergine nella Chiesa.

Maria è relativa a Cristo e alla Chiesa, e i cristiani si sentono perciò come educati da lei, che ha realizzato nella vita terrena una singolare peregrinazione di fede, di speranza e di carità al seguito del suo Figlio, condotta dallo Spirito; i credenti sono sollecitati a guardare a lei: per imparare a far propri i suoi sentimenti e a camminare nella luce per andare incontro al Signore: nel pellegrinaggio non è difficile rilevare la presenza di Maria per vivere come lei e con lei l’itinerario di fede. Lei, discepola fedele di Cristo, guida i pellegrini all’ascolto della Parola di Dio, che è luce per il cammino, maestra nella preghiera, accompagna le lodi e le intercessioni del popolo di Dio, si mostra Madre di riconciliazione, addita loro Cristo e li conduce a lui.

A imitazione di lei, che accoglie la buona notizia e la fa fruttificare, i pellegrini riconoscono la presenza Dio nel mondo e l’azione del Risorto nell’umanità.

Percorrere chilometri di giorno, di notte, in gruppo o da soli, per raggiungere un santuario, è un momento importante per ritrovarsi a vivere un’esperienza particolare: attraverso preghiere e canti, il  cammino è più facile e semplice  anche in quei luoghi che possono sembrare lontani, ma che sono presenti nel cuore dell’uomo.

Come affermò l’indimenticabile Giovanni Paolo II, i santuari sono luoghi di conversione, penitenza e riconciliazione con Dio; essi possono e debbono essere luoghi privilegiati per l’incontro con Cristo.