Paolo Borsellino, un esempio a cui ispirarsi

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L’affermazione dei principi di giustizia e legalità, uniti al rispetto della dignità umana, allo sviluppo socioculturale della società e a una decisa opposizione ad ogni forma di crimine organizzato, costituiscono il fondamento della democrazia e della difesa del bene comune, inteso come presupposto irrinunciabile per l’affermazione della fraternità universale che, ogni cittadino, ha il dovere di perseguire nella propria quotidianità.

Il ricordo dell’esempio di Paolo Borsellino deve rappresentare un esempio di agire quotidiano nel nome della legalità a cui ispirarsi, senza se e senza ma. Egli ci ha donato una lezione etico morale, attraverso il suo amore per la verità che abbiamo il compito di ricercare, traendo ispirazione dal senso di giustizia che lo guidava e ricercando sempre il bene.

Nel maggio del 1992 ero un giovanissimo studente ma, nel corso degli anni, le parole che Paolo Borsellino ha pronunciato alla veglia di Giovanni Falcone mi hanno segnato profondamente. Egli ha detto: “La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Queste parole, basate sul bellissimo concetto di libertà, devono rappresentare il fulcro di ogni azione dedicata alle nostre comunità e al nostro prossimo. Tutto ciò, attraverso il ricordo delle gesta di questo magistrato valoroso, deve essere trasmesso alle giovani generazioni mediante corsi di educazione civica che sottolineino sempre il valore della legalità. A trentadue anni di distanza dalla strage di via d’Amelio, abbiamo il compito di non abbassare mai la guardia di fronte al pericolo delle mafie, partendo dall’educazione nelle scuole in cui, il seme della legalità, deve iniziare a germogliare.