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Pallone d’oro: ecco qual è il vero “delitto” sportivo

Mg Zurigo (Svizzera) 11/01/2016 - pallone d'Oro 2015 / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: pallone d'Oro

E alla fine ha rivinto lui, monsieur Leo Messi. Un sorrisone che vale per sette quanti sono i Palloni d’oro della Pulce. Dietro di lui Robert Lewandowski a masticare amaro, senza l’abbozzo di un sorriso al momento della premiazione. E terzo il nostro Jorginho. Nei criteri di assegnazione del premio, la vittoria del numero diez (oggi diventato 30) di Rosario, ci sta tutta. In stagione ha disputato 56 partite, ha firmato 41 gol e 18 assist, ha vinto Coppa del Re ma soprattutto una Copa America che ha riscritto la storia visto che si diceva che non aveva mai vinto nulla con la propria nazionale. E invece ha riscritto la storia e capovolto i pareri, riportando a casa un trofeo che mancava dal 1993.

Ma poteva andare anche diversamente. Il nome di Robert Lewandowski che oggi ha fatto esplodere come una polveriera la Germania che grida al complotto, fatica a non essere gratificato nel migliore dei modi. Forse era l’ultima occasione per portare a casa il Pallone d’Oro, ma l’occasione vera il polacco l’ha persa lo scorso anno quando per via della pandemia, il premio non è stato assegnato. E qui c’è l’errore di France Football, ovvero la decisione di non assegnare il premio lo scorso anno quando la Ligue 1 venne sospesa per Covid.

Ma fu l’unico campionato a chiudere i battenti, mentre Premier, Bundes, serie A, e le coppe europee, sono arrivate regolarmente al traguardo. E lì nasce il profondo controsenso, quello di non assegnare il titolo del 2020 che non avrebbe avuto partita visto lo strapotere di Lewandowski. E’ questo il vero delitto sportivo, non tanto la vittoria di Messi, quanto la mancata assegnazione del titolo 2020. Ecco perché a Parigi Robert era scuro in volto, per quel premio svanito nel nulla, dopo un 2020 da urlo. Perché essere il miglior attaccante al mondo è una cosa, e qui non ci sono dubbi, ma portare a casa il Pallone d’Oro, ha tutto un altro significato. Lui quel premio lo aveva già vinto e così capita che l’anno dopo, pur continuando ad avere numeri importanti, ti manca quel qualcosa per arrivare davanti a tutti, perché l’alieno ha fatto qualcosa di meglio. Sicuramente non l’annata migliore per Messi che pure, per quanto detto sopra, non fa gridare allo scandalo se porta a casa il settimo trofeo della sua carriera. 

La mia classifica finale era un’altra. Messi sul podio, ma ultimo della serie, con Benzema e Lewandowski a contendersi secondo e quarto posto. E votate come vi pare, perché non sbagliate, visto che il francese, oltre i numeri con il Real, è tornato a fare la vice grossa anche con la Nazionale di Didier Deschamps. E allora ecco il vero vincitore, ovvero Jorginho, anima della Nazionale italiana campione d’Europa a Wembley e del Chelsea maramaldo in Champions e Supercoppa Europea. I criteri di assegnazione ci sono tutti, e nessuno venga a parlare degli errori dal dischetto, perché le votazioni si sono chiuse il 24 ottobre, quindi senza neppure l’influenza degli errori di Basilea e Roma.

Ma il podio è stato capovolto, non certo intristito dalla vittoria di Messi, ma Jorginho e Lewandowski meritavamo certo di più. Riprendersi quello che hanno perso, non sarà certo una missione facile.

Massimo Ciccognani: