Tra le tante usanze e tradizioni di questo periodo di feste, ricordiamo quella che ha luogo nelle chiese, soprattutto in quelle parrocchiali dal 16 al 24 dicembre: la Novena di Natale, che costituisce senza dubbio un momento significativo nella vita della comunità cristiana. Il nome novena proviene dal latino medievale novenus (nono), ed è celabrata per la preparazione di una ricorrenza solenne, come il Natale, la Pentecoste e anche tra le tante quella alla Vergine Immacolata.
Nella vita della comunità cristiana vi sono due tipi di novene: in preparazione ad una festa o ad una solennità, e quelle dedicate ad un santo.
La stessa novena di Natale, ha origini antichissime: ebbe inizio nel lontano 1618 presso la basilica romana di S. Maria sopra Minerva, per iniziativa del padre domenicano Giacomo Cotta, e ben presto tale pratica si diffuse in tutti gli altri luoghi sacri.
Soprattutto nelle parrocchie i fedeli recitano preghiere particolari, arricchite da canzoncine e melodie orecchiabile, che hanno il compito di avvicinare e preparare la gente a vivere questo tempo di Avvento ed essenzialmente ad accostarsi in maniera semplice e spontanea al giorno del Natale.
Il “Direttorio su pietà e liturgia” scritto nel 2002, dalla Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti, con una introduzione di Giovanni Paolo II: “La novena del Natale è sorta per comunicare ai fedeli le ricchezze di una Liturgia, alla quale essi non avevano facile accesso… Nel nostro tempo, in cui è stata resa più agevole la partecipazione del popolo, alle celebrazioni liturgiche, sarà auspicabile che sia solennizzata la celebrazione dei Vespri con le “antifone maggiori” e i fedeli siano invitati a parteciparvi”.
La novena dev’essere fatta con un’intenzione profonda e sincera. In genere si tratta di praticare una devozione per nove giorni di seguito, sempre alla stessa ora, di solito nelle comunità parrocchiali viene recitata al termine della Messa della sera.