L’inclusione delle persone con disabilità, soprattutto in questo periodo storico difficile in cui, ogni fragilità, risulta ancora più accentuata, deve passare attraverso un maggiore orientamento all’autonomia e all’autodeterminazione, affinché ognuno, con tutti i supporti del caso, possa essere l’artefice del proprio destino. In particolare, le diverse condizioni di fragilità che lambiscono le famiglie, toccano ogni componente per quanto riguarda la maggior possibilità di esclusione sociale, povertà e negazione dei diritti.
Ci serve una riflessione profonda su questi temi, da cui nessuno dei soggetti che devono attuare la presa in carico delle persone con disabilità, si può sottrarre. Bisogna immaginare un welfare profondamente diverso da quello attuale, in grado di dare vita ad un sistema sociale più attento ai bisogni delle fasce deboli e coeso di fronte alle nuove difficoltà che i tempi pongono. In altre parole, bisogna far sì, che la coesione sociale aumenti, affinché le persone con disabilità possano diventare l’anima e il centro dello sviluppo morale, umano ed economico di ogni paese.
La cura di quella che Papa Francesco definisce la nostra Casa Comune, passa obbligatoriamente attraverso la tutela della fragilità, che deve essere messa al centro di ogni azione futura in materia di welfare e inclusione sociale. in questo modo, ognuno di noi, dimostrerà di essere migliore e si avrà una spinta propulsiva verso una società più attenta e empatica.