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Come cambia la lotta contro l’Alzheimer

Pochi giorni fa, dopo una stasi di 17 anni nel mondo dei farmaci per l’Alzheimer, c’è stata l’approvazione da parte della FDA dell’Aduhlem (aducanumab) di Biogen, multinazionale americana di biotecnologie con sede a Cambridge. Aduhelm è ora il primo nuovo, vero, trattamento per affrontare una delle cause principali dell’Alzheimer: le placche di beta-amiloide che si accumulano nel cervello. La controversia dietro la decisione della FDA è stata considerevole, ma non sembra spaventare gli sviluppatori di farmaci che ora si stanno focalizzando proprio sulla malattia degenerativa del cervello.

In poche parole, l’approvazione di Aduhelm è arrivata dopo risultati contrastanti degli studi clinici. Nel novembre 2020 un comitato consultivo indipendente della FDA non ha raccomandato all’agenzia il farmaco, ma a giugno l’agenzia ha comunque convalidato il farmaco tramite un programma di approvazione accelerata. Il farmaco ha ricevuto sostegno da pazienti, comitati e gruppi industriali (la FDA ha anche osservato che la “necessità di cure è urgente”, in una dichiarazione che ha spiegato il motivo di questa scelta). Tuttavia, un certo numero di medici ha espresso una certa preoccupazione…

Tuttavia, l’incoerenza del mondo scientifico e questo dibattito così acceso sull’approvazione di Aduhelm non sembrano aver fermato l’entusiasmo all’interno dell’industria farmaceutica. Piuttosto, tutto ciò potrebbe portare ad una nuova ondata di trattamenti aggiuntivi nei prossimi anni, che faranno dimenticare l’approvazione di Aduhelm, per quanto controversa possa essere tale approvazione. “Questa è un’ottima notizia per gli investitori e per le aziende farmaceutiche che stanno lavorando per nuovi farmaci”, afferma Alison Ward, ricercatrice presso l’USC Schaeffer Center for Health Policy and Economics.

Storicamente ci sono stati alcuni fattori che hanno reso molto difficile lo sviluppo di un farmaco per l’Alzheimer. Per 17 anni ci sono stati solo fallimenti. Anche gli studi clinici di Biogen per Aduhelm sono stati interrotti nel 2019 perché non era ben chiaro se sarebbero stati raggiunti gli endpoint clinici (i risultati target dello studio). In effetti, Aduhlem è stato approvato sulla base di un “endpoint surrogato”, cioè il declino dell’amiloide-beta, non sulla base dell’endpoint primario, cioè il recupero della funzione cognitiva.

Tutte le sperimentazioni per i farmaci per l’Alzheimer sono state storicamente costose. Un articolo del 2018 su Alzheimer’s and Dementia: Translational Research and Clinical Interventions (un giornale gestito dall’Alzheimer’s Association) ha stimato che il costo per lo sviluppo di un farmaco per l’Alzheimer sia stato di circa 5,6 miliardi di dollari. In confronto, l’investimento medio necessario per portare un nuovo farmaco sul mercato è di circa $ 1,3 miliardi secondo l’analisi dei documenti SEC per le aziende che hanno richiesto l’approvazione della FDA tra il 2009 e il 2018. Per l’Alzheimer in particolare, gli studi di fase 3, che sono in gran parte sponsorizzati dall’industria, negli ultimi cinque anni hanno rallentato di molto, in quanto queste sponsorizzazioni sono diminuite drasticamente. I contributi pubblici e il finanziamento tramite partenariati pubblico-privato, invece, stanno sempre più crescendo.

Martin Tolar, il CEO fondatore di Alzheon, un’altra azienda che persegue un trattamento orale per l’Alzheimer (attualmente in uno studio clinico di fase 3), afferma che attrarre altre forme di finanziamento è stata una sfida. “Ho avuto probabilmente centinaia di discussioni, di chiamate, da banchieri, investitori, collaboratori, aziende farmaceutiche e così via”, dice Tolar. “L’Alzheimer ora è aperto alle contrattazioni”. Con rinnovato interesse, e quello che sembra un percorso verso l’approvazione presso la FDA, l’ambiente per la prossima generazione di farmaci per l’Alzheimer sembra maturare. In questo momento, ci sono circa 130 studi clinici di fase 3 sui farmaci per l’Alzheimer che sono stati completati, attivi o in fase di reclutamento.

Tolar vede la decisione della FDA, basata su dati imperfetti, come un “segnale di urgenza” per approvare nuovi trattamenti che ormai stanno arrivando. Come ha sottolineato Ward in un white paper sull’innovazione dei farmaci in classe, i farmaci “follow on” diventano leader nel settore, soprattutto se dimostrano una sicurezza o un’efficacia migliori rispetto al farmaco che è stato immesso sul mercato per primo. Ciò, sostiene il documento, suggerisce che l’approvazione dei farmaci potrebbe “aprire la strada” a farmaci più efficaci in futuro.

Nel caso dell’Alzheimer, potrebbe non essere un farmaco a dominare, anche se ne vengono approvati altri, osserva. Piuttosto, un gruppo di nuovi farmaci approvati può continuare a complimentarsi a vicenda. “Il modo in cui la comunità medica sta pensando all’Alzheimer dimostra che probabilmente sarà una combinazione di farmaci o un cocktail di farmaci a creare la svolta per ritardare la progressione della malattia”, afferma. Ci sono ancora alcune potenziali insidie ​​da considerare per i futuri farmaci. Una di queste potrebbe essere la difficoltà di reclutare partecipanti a studi clinici, rallentando la corsa alla scoperta del nuovo farmaco.

C’è anche il fatto che i costi di Aduhelm sono alti (circa $ 56.000 per la fornitura di un anno) e i dati rimangono discutibili. Questi fattori possono spingere i pazienti verso altri farmaci, anche se sono in sperimentazione clinica. Inoltre, c’è la questione di come Aduhelm si comporti effettivamente durante lo studio di follow-up critico, richiesto dalla FDA come condizione per l’approvazione del farmaco. Se Aduhelm può davvero rallentare il declino cognitivo e contribuire ad affrontare i livelli di beta-amiloide dal cervello, rimane, comunque, discutibile sulla base dei dati attuali.

Tuttavia, Tolar non vede i risultati di quello studio come particolarmente rilevanti, perché l’industria andrà avanti comunque. “Per allora ci saranno farmaci migliori”, prevede Tolar. La sperimentazione clinica di fase 3 di Tolar è appena iniziata da pochissime settimane e dovrebbe concludersi entro il 2024. Biogen ed altre aziende avranno probabilmente anche un altro farmaco pronto per la valutazione entro quella data, proprio perché altri attuali studi clinici di fase 3 per un altro trattamento con anticorpi beta-amiloide, chiamato lecanemab, dovrebbero essere completati fra il 2024 e il 2027. Il segnale inviato con l’approvazione di qualche giorno fa lascia comunque segno. I dati saranno imperfetti, i costi elevati e le polemiche notevoli, ma il cerotto è stato strappato.

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