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L’invito di Gesù nella prova dell’epidemia

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A vent’anni dalla canonizzazione di suor Faustina Kowalska, papa Francesco si recherà Domenica in Albis a celebrare la festa della Divina Misericordia nella chiesa di santo Spirito in Sassia, centro italiano del culto a Gesù misericordioso. In questo periodo di sofferenza e fragilità determinato dal corona-virus, rivolgersi a Colui che spesso ha detto a suor Faustina “sono Re di misericordia”, ci ricorda come il Signore regna anche e soprattutto nel e sul dolore umano, è la sua misericordia la “vera corona” che dobbiamo contemplare.

Misericordia è il messaggio che devo dare come vescovo di Roma” ci ha ricordato il santo Padre nell’udienza dello scorso 18 marzo. E nel saluto ai vescovi polacchi all’udienza di mercoledì 15 aprile ha detto: “Saluto cordialmente i Polacchi. Domenica prossima celebreremo la festa della Divina Misericordia. San Giovanni Paolo II l’ha istituita rispondendo alla richiesta di Gesù trasmessa a santa Faustina. Così ha detto: ‘Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime. L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà alla sorgente della mia misericordia’(Diario 699). Con fiducia preghiamo Gesù Misericordioso per la Chiesa e per tutta l’umanità, specialmente per coloro che soffrono in questo tempo tanto difficile. Cristo Risorto ravvivi in noi la speranza e lo spirito di fede. Di cuore vi benedico”.

È in questi momenti in cui dobbiamo ancora più intensamente invocare, adorare ed esaltare la misericordia di Dio, gridando a Lui perché si cali sulle nostre miserie e ci consoli, ci liberi, ci guarisca. Perché avvolga con la sua misericordia tutti gli ammalati e specialmente gli agonizzanti (spesso Gesù misericordioso sollecitò Faustina a pregare per le anime di coloro che sono sulla “soglia” della morte).

Il settimo giorno della novena alla divina misericordia si meditano queste parole rivolte da Gesù a santa Faustina: “Oggi conducimi le anime che venerano in modo particolare ed esaltano la Mia Mise­ricordia, ed immergile nella Mia misericordia. Queste anime hanno sofferto maggior­mente per la Mia Passione e sono penetrate più profondamente nel Mio spirito. Esse sono un riflesso vivente del Mio Cuore pietoso. Queste anime risplenderanno con una particolare luminosità nella vita futura. Nes­suna finirà nel fuoco dell’inferno, difenderò in modo particolare ciascuna di loro nell’ora della morte”.

Anche per noi oggi, questo invito di Gesù risuona forte, per essere testimoni di misericordia, per non lasciarci angosciare e obnubilare la mente dal corona-virus, volgendo invece il nostro sguardo al Re della misericordia, facendoci portatori di questo annuncio a tutta l’umanità con parole e opere.

Giampaolo Scquizzato: